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Non accennano a placarsi le polemiche nel post Roma-Fiorentina. Quest'oggi, il giornalista Daniele Lo Monaco sulle pagine web de Il Romanista ha analizzato la gara non risparmiando alcune critiche per il presidente viola Rocco Commisso: "

Per la triste prassi italiana, è destino che di una partita di calcio parli soprattutto chi non l'ha vista, ovviamente centrando la maggior parte delle proprie considerazioni sugli highlights e magari su qualche controversa decisione arbitrale. Diventa inevitabile, di conseguenza, che partite interessanti come Roma-Fiorentina vengano analizzate solo per il rigore finale concesso ai giallorossi, con gli accenti più o meno sproporzionati che a seconda del tifo o dell'interesse vengono distribuiti. Ci occuperemo, per una volta, anche in questa rubrica della questione arbitrale approfondendo i due episodi fondamentali con il regolamento alla mano. Non prima, però, di aver definito il senso della gara in maniera un po' più compiuta di quanto non possa aver detto quella frazione di minuto in cui si è consumata l'azione della Roma e il fallo finale di Terracciano su Dzeko. Peccato, ad esempio, che Iachini possa aver commentato la partita puntando tutto sulla deviazione involontaria di Chiffi e che Commisso, un signore che per sua stessa ammissione di calcio capisce poco, abbia deciso di "tuonare" a fine partita contro il sistema arbitrale, assecondato ovviamente dalla maggior parte dei giornali, guidati per lo più da gente che un campo di calcio l'ha visto solo dalla tribuna stampa e che crescendo in redazione s'è convinta che il modo giusto per discutere di calcio sia quello delle urla contrapposte tra una fazione e l'altra.

Dunque interessa pochi vedere come la Roma abbia saputo costruire la sua vittoria minuto dopo minuto, senza mai abbassare il proprio baricentro, evolvendo nel tempo possesso palla (fino a raggiungere livelli quasi offensivi, considerando la qualità dei giocatori della Fiorentina) e numero di azioni offensive (che ha toccato il suo picco nell'ultimo quarto d'ora). Se Commisso avesse dei consulenti informati, avrebbe potuto farsi suggerire domande migliori per il post partita: come sia possibile, ad esempio, che Chiesa sia costretto a fare il terzino, o che a tanta qualità tecnica corrisponda così poca produzione offensiva (29 azioni, la Spal che ne ha presi sei dalla Roma ne ha costruite 32), o magari perché si pressi così poco e disorganizzati (20,6 passaggi concessi per azione difensiva). Ci si concentra su Chiffi: si risparmia sui consulenti e si conquista il rispetto dei tifosi. Povera Italia.


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