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Marko Nikolic

L'allenatore dell'AEK Atene Marko Nikolic, fresco di vittoria contro la Fiorentina in Conference League, ha parlato a tuttomercatoweb.com parlato del suo rapporto con l'ex attaccante viola Luka Jovic, protagonista nel match di ieri, e della sua avventura al Partizan con Milenkovic e Vlahovic, poi approdati entrambi alla Fiorentina

Il rapporto con Jovic

 "Jovic l'ho voluto io all'AEK, e non perché è serbo come me, ma per una questione di qualità. Ci ho parlato e gli ho detto: per tutta la carriera sei stato 'il Giovane Luka', ora è il momento di avere una grande parte, un ruolo principale nel team. Lui può essere protagonista e crescere, anche come persona. Vorrei che la squadra dipendesse dalle sue prestazioni, che senta la responsabilità sulle sue spalle di dover giocare ogni partita per la squadra, da leader. lo credo che ce la faremo, è davvero un bravo ragazzo, fino a oggi gli è mancata l'occasione di essere l'elemento principale".

Al Partizan con Vlahovic e Milenkovic

"II mio predecessore, Tomic, ha iniziato a far giocare Milenkovic, poi sono arrivato io e con il ragazzo abbiamo vissuto una stagione splendida. Milenkovic è stato elemento stabile della formazione per tutto l'anno, segnando anche il gol decisivo per vincere la finale di coppa con la Stella Rossa: abbiamo entrambi lasciato da vincenti (con il double nazionale, ndr). Sono ancora in contatto con Nikola, è diventato davvero un gran giocatore e ne sono orgoglioso, è un elemento della chiave della Serbia e della Premier League. Tutto meritato, è sbucato fuori dal nulla, non era al centro del progetto di sviluppo giovanile nel Partizan. E quellanno avevo anche Dusan Vlahovic, ancora un ragazzino. Ricordo che qualche mese prima della fine della stagione, aveva già firmato per la Fiorentina e si aspettava che compisse 18 anni per mandarlo lì. Allora la società aveva come politica quella di proteggerlo dagli infortuni, visto che l'accordo era stato già firmato. Negli allenamenti ricordo che lo usavo con la seconda squadra, facendogli fare ogni volta un ruolo diverso, quello che ci mancava all'occasione. Era sempre il migliore. Ricordo di aver chiesto al club di lasciarlo giocare almeno cinque-sei volte nella stagione... Sono davvero felice di averlo avuto, è un grandissimo lavoratore, oltre che di talento"


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