Zaniolo e quella scommessa che Pradè moriva dalla voglia di fare: tre milioni per cinque mesi per lasciare vuoto l'attacco dietro a Kean

Non era bastato l'addio burrascoso alla Roma, neanche gli anni interlocutori ad Aston Villa e Galatasaray (7 gol in una stagione e mezzo), perfino la bocciatura del Re Mida Gasperini, resuscitatore per eccellenza di chiunque: niente, alla Fiorentina e al suo ds Daniele Pradè la voglia di scommettere su Nicolò Zaniolo non gliel'ha tolta nessuno. Di alert ce n'erano innumerevoli ma a quanto pare di meglio di Zaniolo, tra i calciatori proposti e ricercati da anni e anni, a gennaio non c'era.
Un giocatore che dopo i due crociati non può più essere considerato lo stesso del 2019 e 2020: lì si parlava di talento vero, di esplosività e di un ruolo definito sull'esterno della trequarti. Improponibile oggi, ma non certo da oggi: Zaniolo è un calciatore che probabilmente dovrà fare i conti con un livello che non può più sostenere, in determinati ruoli. Ma anche con un fisico che il suo nuovo ruolo deve ancora trovarlo. La Fiorentina ha pensato bene di investirci 3 milioni (oltre all'ingaggio onerosissimo) per averlo cinque mesi in prestito, ricevendo indietro il nulla, mischiato al niente: la sua avventura anzi, si è chiusa con un rosso indecoroso all'Olimpico, a gara finita (ignorando i minuti trasparenti ai supplementari col Betis).
E dire che alla Fiorentina occorreva in tutti i modi un'alternativa a Kean, di ruolo possibilmente. Con la scommessa Zaniolo, oltre a investire male un altro gruzzoletto, si è deliberatamente penalizzato anche il lato tecnico. E quando il bomber viola è mancato, lo si è poi ripagato tutto.