Reginaldo: "In Italia è complicata per tutti gli attaccanti, anche per Cabral. Serve tempo e il calcio non te lo dà. Gli esterni..."

L'ex calciatore della Fiorentina Reginaldo ha parlato a Radio Bruno Toscana: "Ho visto Cabral e, come dico sempre, il calcio italiano non è facile. Arrivare qui e giocare è veramente complicato, sono ventuno anni che faccio questi campionati e mi accorgo sempre di come si lavori in modo ossessivo sulla fase difensiva. Specialmente per un attaccante, il primo anno è faticoso e fastidioso. Mi dispiace perché conosco il ragazzo e so che può far bene, ma ci vuole del tempo, cosa che il calcio non te lo dà. Cabral si vuole mettere in mostra per la voglia di fare con la Fiorentina, non è semplice sostituire uno come Vlahovic. Serve dimostrare un po' più di tecnica (perché ce l'ha) e far divertire la gente che ti guarda. Io ho avuto la fortuna di fare un bell'anno a Firenze da quel punto di vista".
E aggiunge: "Quando sono arrivato alla Fiorentina, venivo dal Treviso dove giocavo come prima punta, mentre con Prandelli cominciai a spostarmi sugli esterni. Una cosa è cambiata rispetto agli altri anni, perché l'attaccante esterno deve accompagnare il terzino per poi ripartire e spingere sull'acceleratore davanti. Le occasioni davanti alla porta possono arrivare; per come gioca Italiano, che è bravissimo nel giro palla, si può fare. Con un po' di freschezza in più, si riesce ad essere più lucidi".