De Sisti: "Nasco romanista ma alla Fiorentina ho vissuto i migliori anni della mia carriera. Costretto a lasciare Firenze per colpa di un allenatore"

Quest’oggi l’ex centrocampista di Fiorentina e Roma Giancarlo De Sisti, in una lunga intervista a Romanews.eu, ha parlato di cosa possa rappresentare per lui la sfida di domani pomeriggio tra le sue due ex squadre.
“Sono reduce dalla visita a Trigoria, Ranieri mi ha accolto come se fossi uno di famiglia, mi sono sentito circondato d’affetto, di stima…mi hanno fatto fare il giro tra tutti i miei cimeli, trattato davvero con tutti gli onori. Sa, io sono uno che entra sempre in punta di piedi, dopo pochi minuti mi sono sentito di nuovo a casa, una sensazione bellissima”.
“Nasco con la maglia giallorosso addosso ma a Firenze ho vissuto i migliori anni della mia carriera”
“Nasco con la maglia giallorossa addosso, con il mio accento e i miei colori, sin da quando mio padre mi portava nei campetti. Nel 1965 una cessione per la quale piansi a lungo, dovuta alle esigenze di cassa della Roma. Poi a Firenze ho vissuto gli anni migliori della mia carriera, Nazionale compresa, vincendo quello scudetto del quale sono orgogliosissimo. Mi innamorai anche di Firenze e della maglia viola. Alla fine è stato come amare due donne, anche se qualcuno dice che è impossibile”.
“Fui costretto a lasciare Firenze per colpa di un allenatore”
Ha anche aggiunto: “Andai via da Firenze perché nell’ultimo periodo ebbi problemi con un allenatore, che oggi non c’è più ma che non ho problemi a nominare: Gigi Radice. Si mise in testa che io volessi fare il “capo” nello spogliatoio, che volessi creargli problemi. Non sempre mi schierava titolare, mi diceva spesso di non riuscire a trovare un posto per me. Fu una convivenza non facile. Una volta gli dissi che mi stava facendo “magnà er grasso der còre”, alla romana. Mi cercarono parecchie squadre a quel punto, perché le voci correvano…Mazzola per esempio si adoperò molto per portarmi all’Inter, con una offerta molto generosa”.
“Ecco perche non sono andato all'Inter di Mazzola”
Ha aggiunto anche un aneddoto sul suo possibile passaggio all’Inter: “Invece un giorno ci incontrammo a metà strada tra Firenze e Roma con i dirigenti giallorossi e diedi la mia parola: sarei tornato nella Capitale, con la maglia dei miei esordi. Nel frattempo, Radice venne esonerato, quasi senza preavviso e per ragioni non del tutto chiarite; prima di andarsene venne a salutarmi dicendomi che sul mio conto si era sbagliato, che aveva capito quanto fossi serio e corretto. Sulla panchina della “Viola” si era accomodato Nereo Rocco, il Paròn, che fece di tutto per farmi restare: mi diceva – Picchio, a mi me garbano i “veci” – ossia i giocatori maturi come me. Ma ormai avevo dato la parola alla Roma, la parola per me è una sola”.
“Posso dire di aver visto sbocciare Giancarlo Antognoni”
Ha sottolineato anche i grandi campioni con cui ha giocato tra Roma e Fiorentina: “Se dovessi nominarli tutti, figlio mio, te faccio fà notte. Ho giocato con Manfredini, Losi, Ghiggia, da ragazzino alla Roma; con Amarildo, Merlo, Hamrin alla Fiorentina; poi ho fatto in tempo a giocare con Cordova, Rocca, Prati, Conti e Di Bartolomei giovani alla Roma…ho visto pure sbocciare Giancarlo Antognoni a Firenze, del quale Nils Liedholm mi disse che sarebbe diventato un fuoriclasse quando nessuno lo aveva ancora sentito nominare”.
“Per chi tifo? Mi auguro un pareggio anche se non aiuterebbe nessuno"
Ha poi concluso: “Se sarò in imbarazzo domani? Mi ci sento ogni volta che Roma e Fiorentina si affrontano; spesso mi viene naturale fare il tifo per il pareggio, anche se stavolta non aiuterebbe nessuna delle due”.