Da squadra al livello della Fiorentina a big del calcio mondiale. Tutti i trucchi che hanno permesso al Psg di aggirare il Fair Play Finanziario

Trucchi, sponsorizzazione gonfiate e maneggi contabili, il tutto con la complicità della Uefa. E' stato facile per il Paris Saint Germain prendersi gioco dell'ormai famigerato Fair Play Finanziario che è stato introdotto nell'era Platini.
Prima dell’avvento degli sceicchi, nel 2010, i ricavi del Paris Saint Germain erano di 100 milioni. Poco più della Fiorentina di oggi - si legge su Goal.com - Con l’avvento del Qatar Sports Investments sono cresciuti con percentuali da tigri asiatiche: dai 222 milioni del 2012 ai 399 del 2013 fino ai 521 milioni toccati nel 2016 e ai 486 del 2017. La crescita del Psg è stata trainata specie all’inizio dai ricavi commerciali, che ancora oggi rappresentano più della metà del giro d’affari. I diritti tv inclusi quelli europei pesano infatti per il 25% (121 milioni) e il botteghino per il 19% (90 milioni). Nel 2014, all’epoca del settlement, il Psg registrava ricavi commerciali per 327 milioni che coprivano il 70% degli introiti totali. Una situazione dovuta alle sponsorizzazioni garantite da “parti correlate”, ovvero da enti e società dello stesso Qatar, come quella dell’Ente del turismo del Qatar pari a 150/200 milioni a stagione, quella del Gruppo Ooredoo, società di telecomunicazioni che assicurava entrate per 15 milioni all’anno per cinque stagioni, o quella della Qatar National Bank. Il valore di questi contratti appariva sproporzionato rispetto al valore del brand Psg. In quel momento il benchmark delle sponsorizzazioni era rappresentato dal contratto siglato dal Manchester United, la squadra con più tifosi al mondo, con la General Motor. Per esibire il marchio Chevrolet dalla stagione 2014/15 alla stagione 2020/21, i Red Devils hanno ottenuto 405 milioni di euro, circa 57 milioni annui.
Come poteva dunque ritenersi equo a valori di mercato un compenso di 150 milioni all’anno come quello pagato dell’Ente del turismo del Qatar al Psg? Gli avvocati qatarioti hanno eccepito che i mega-contratti siglati con il Psg avevano (e hanno) la finalità di promuovere a livello globale l’immagine del Qatar, per cui non possono essere equiparati a normali contratti di sponsorizzazione, come sono al contrario quelli siglati dal Psg con Emirates (jersey sponsor), Nike (sponsor tecnico), Panasonic, McDonalds o Microsoft. La Uefa, alla fine di una lunga trattativa ha chiesto al Psg di “sterilizzare” fino al 50% il valore dei contratti commerciali siglati con soggetti del Qatar. Alla luce di ciò i bilanci sono stati rivisti determinando deficit più bassi di quelli che sarebbero dovuti essere e le sanzioni soft poi applicate nel 2014 (per alcuni consulenti della Uefa il contratto con l’Ente del Turismo valeva meno di 5 milioni all’anno).