Come cambia il mondo in meno di 24 ore: un'intera conferenza sul futuro ripartendo da Palladino, poi le dimissioni. Una sola domanda: perché?

Tornano in mente rapidamente, le parole della conferenza stampa organizzata dalla Fiorentina per commentare il finale di stagione: presenti il presidente Commisso, il dg Ferrari e il ds Pradè. Una conferenza della durata di circa un'ora poco più, dove erano richiesti chiarimenti sul futuro della Fiorentina, interamente programmato sulla figura del tecnico Raffaele Palladino. Le decisioni di comune accordo sui giocatori da riscattare e non, la base da cui ripartire, il mercato… era tutto impostato.
Il giorno dopo, in mattinata, Raffaele Palladino rassegna le proprie dimissioni e comunica al club la propria intenzione di lasciare. Un risvolto decisamente inaspettato, che sicuramente ha colpito nell'incredulità generale da entrambe le parti. Ma sorgono spontanee delle domande. Anzi, una su tutte. Perché?
Il tutto è correlato alla conferenza di fine stagione, arrivata appena due giorni dopo il termine del campionato. Quella che doveva essere la base della ripartenza della Fiorentina, i cui segnali erano tutti lanciati verso la prossima stagione, si è rivelata la vigilia delle dimissioni di Palladino. Ma una riflessione sulle tempistiche? Oltre alla potenziale precocità di tale incontro, ma l'ambiente davvero non ha previsto tensioni rischiose prima di poggiare delle basi? Annunciate, per altro.
In aggiunta, ieri la società ha detto di avere in programma un meeting futuro con Palladino (entro circa una settimana) per ragionare di quanto seguirà. Il motivo per cui la conferenza anticipi il momento nel quale la Fiorentina intera prenda le decisioni per il proprio futuro, resterà evidentemente un mistero.