Ritardi e cambi in corsa, per il Franchi è una sfida contro il tempo. Ma c'è il rischio di uno stop (temporaneo) ai lavori

Il Corriere Fiorentino cerca di far luce sulla vicenda Franchi, sulle motivazioni che hanno portato al ritardo dei lavori e sulle prossime tappe verso la completa riapertura.
L'origine del ritardo
Il cronoprogramma originario prevedevano che la Fiorentina lasciasse il Franchi dal 1° giugno 2024 fino al termine dei lavori, consentendo alle ditte incaricate della ristrutturazione di lavorare senza doversi fermare per le partite e lavorare contemporaneamente in più aree dell’impianto. Con la squadra viola ancora nell'impianto di Nervi le tempistiche si sono ovviamente allungate. In più i ripetuti cambi di cronoprogramma hanno fatto insorgere complicate questioni da risolvere tra Comune e ditte che si occupano dei lavori. A questo si sono aggiunti imprevisti nelle esecuzioni di determinati interventi, come per esempio la realizzazione dei pali di fondazione della nuova Fiesole.
Le tappe dei cantieri
Per completare tutta la ristrutturazione entro il 2029 (come confermano da Palazzo Vecchio), appena saranno agibili i settori inclusi nel primo lotto dovrebbero iniziare gli interventi del secondo (sui quali però pende ancora la questione dei finanziamenti). Per far sì che questo accada entro la fine del 2026 dovrebbe essere pubblicato il bando di appalto, gara che però deve indicare il cronoprogramma, il quadro economico le relative fonti di finanziamento. Si rischia quindi un periodo senza operai al lavoro. Da completare resta oltre alla nuova curva Ferrovia e la riqualificazione dei settori rimanenti, rispetto al primo lotto, anche una serie di opere accessorie come nuovi spazi di ristoro e accoglienza, museo e auditorium, aree lounge per il pubblico vip. Tutto questo dovrebbero essere completato dal 2027 al 2029.



