Dopo sei mesi dall'insediamento a Firenze, c'è già chi comincia a sputare sentenze definitive sull'operato di Rocco Commisso, sulle ambizioni e sulla "dimensione", termine che sembra proprio turbare alcuni tifosi viola da quando lo usò a sproposito Montella nel maggio 2015. Tra una presa d'atto del fallimento e l'altra però, c'è una Fiorentina che annaspa paurosamente. Una rosa che sta rendendo molto meno di quanto fosse lecito aspettarsi e che rischia di non essere pronta a sgomitare nei bassifondi.

In questo senso arriva la scelta di Beppe Iachini, non certo l'allenatore sognato da Commisso o da tutti noi, con il massimo rispetto, ma uomo sul pezzo e abituato a questo tipo di situazioni. Tanti esoneri ok, ma anche tante promozioni (4, di cui 3 da subentrante) e alcune salvezze più o meno insperate (Sassuolo e Palermo). Inutile cercare l'Emery di turno ora: tra lingua e ambientamento avrebbe rischiato di peggiorare ulteriormente la situazione, più funzionale un personaggio come l'ex centrocampista viola. A obiettivo (salvezza) raggiunto si inizierà a pensare concretamente agli sviluppi futuri, verosimilmente di altro rango. Allora dell'operato di Commisso, con un'annata intera di tempo per programmare, se ne potrà discutere eccome.


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