Nonostante la sconfitta, indiscutibile, col Bologna (che ha un monte ingaggi inferiore rispetto alla Fiorentina e non ha stadio di proprietà). 

Nonostante il “frigorifero pieno”. Dirà qualcuno: quante volte gliela volete rinfacciare quella frase al direttore generale della Fiorentina? Quando uno dice una bischerata colossale convinto di dispensare pillole di saggezza, o l’azzecca o essere messo alla berlina è il minimo.

Nonostante i 450 milioni spesi (ogni volta che parla l’uomo che si auto intitola i centri sportivi, la somma cresce).

Nonostante un allenatore che i commentatori descrivono “tra i migliori d’Italia”. Frase che non vale una cicca se non ci spiegano quali sono i peggiori (che nessuno mai indica, ci mancherebbe).

Nonostante i commenti dopo ogni sconfitta pieni di soddisfazione per la prestazione o per la reazione o per il possesso palla o per altre facezie che non portano punti.

Nonostante essere rapidamente precipitati dal quarto all’ottavo posto in classifica, cioè nella zona della mediocrità.

Nonostante tutto questo c’è ancora una tifoseria disposta a sostenere squadra, allenatore e società oltre ogni affronto calcistico subito. Il medesimo capitombolo in altre piazze (Napoli, Roma) avrebbe provocato una rivolta da far impallidire quella dei Ciompi.

E’ l’ultima preziosa risorsa su cui può contare la squadra che la società non ha voluto rafforzare adeguatamente per sfruttare il vento in poppa, che ora è girato e soffia in faccia. Una risorsa di cui far tesoro perché è l’unica rimasta. 


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