Palladino ma perché? Hai fatto il grosso azzardo, ma senza Europa...

La Fiorentina sbatte sul muro giallorosso eretto dal tanto amato Claudio Ranieri che, con l'ottavo 1-0 nelle ultime 19 partite, fa sua la filosofia del “corto muso” coniata dal tanto odiato Massimiliano Allegri. E adesso per i viola la corsa all'Europa diventa veramente difficile.
Le scelte che fanno discutere
La squadra di Palladino non ha demeritato, anzi il pareggio è sembrato più che alla portata per i viola. Proprio per questo motivo c'è tanto da recriminare all'indomani della sfida con i capitolini, a cominciare dalle scelte dello staff tecnico gigliato. Il centrocampo senza la tecnica di Fagioli e Adli (inserito inspiegabilmente solo all'89'), Ndour spostato sulla corsia di destra, Pongracic, difensore migliore per la costruzione del gioco, fatto uscire lasciando in campo un mediocre Pablo Marì; sono queste le principali decisioni discutibili prese da Palladino. L'ambiente viola, ancor più che per le splendide parate di Svilar, proprio per queste opinabili scelte dovrebbe rammaricarsi.
Un'occasione non colta
È evidente che Palladino, (forse indirizzato dalla società?) abbia deciso di concentrarsi sulla Conference per puntare alla qualificazione all'Europa League e riportare un trofeo a Firenze dopo 24 anni. Il tecnico però forse non si è accorto della ghiotta occasione che la classifica aveva riservato alla Fiorentina. I gigliati arrivavano a questo incontro a tre punti dalla zona Champions e a meno due dal piazzamento valido per l'Europa League. Considerando anche i numerosi scontri diretti da qui alla fine del campionato, ottenere un piazzamento europeo, anche di prestigio era tutt'altro che impossibile. Senza contare che con una rosa di questo livello, che a Firenze forse non si vedeva dai tempi del primo Montella, la qualificazione europea era il minimo da richiedere a Palladino e alla squadra.
Tutto sulla Conference
Puntare sulla Conference però è un grosso azzardo, non solo perché parti da una situazione di svantaggio nella semifinale di ritorno contro il Betis, ma anche perché, qualora i viola riuscissero a ribaltare gli spagnoli, in finale ci sarebbe una “squadretta” di nome Chelsea ad aspettarci. Il rischio di non qualificarsi alle coppe europee e di rimanere con il famoso cerino in mano è ormai alto. Questo scenario, purtroppo non troppo distante, porterebbe con sé stravolgimenti e profonde riflessioni; in primis su Palladino, ma anche sul gruppo squadra: come si potrebbe confermare i giocatori in prestito e blindare a Firenze i più forti ? Odore di rifondazione, stavolta al ribasso.