L'allenatore Vincenzo Italiano. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
L'allenatore Vincenzo Italiano. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Alberto Polverosi analizza la sconfitta della Fiorentina a Bologna, mettendo a confronto il rendimento delle due squadre fino ad oggi. Di seguito alcuni passaggi salienti nel suo articolo per il Corriere dello Sport. 

“Il Bologna di oggi sembra la Fiorentina di ieri, dove per ieri va inteso il primo anno di Vincenzo Italiano. Gioca libero e fresco di testa, col sorriso sulle labbra, gioca contento di giocare, con armonia, quasi con allegria. Si diverte in campo sapendo di far divertire il suo popolo. Ora il Dall’Ara è un contenitore di entusiasmi contagiosi, spinge la squadra che spinge la gente. E’ un fenomeno che a Firenze si è visto in diverse stagioni ma che sotto le due torri mancava da un po’ di tempo”.

‘Il Bologna ha un centravanti che incanta e Ferguson che non sbaglia nulla’

“In questa fase di stagione le differenze fra Bologna e Fiorentina sono evidenti e sono state confermate dallo scontro diretto (…). Il Bologna ha un centravanti che incanta per la tecnica di cui dispone, un talento atteso dal salto finale e decisivo per stabilirne la grandezza: in area di rigore non deve confondersi di fronte alla scelta finale (…). Il centravanti attuale della Fiorentina è un cannoniere che ha bisogno di ritrovarsi anche fisicamente, una punta da area di rigore, il gioco va portato fin sui piedi di Belotti, non sarà mai lui a crearlo. Zirkzee solleva il Bologna, Belotti deve farsi sollevare dalla Fiorentina. Altra differenza: i due finti trequartisti. A Ferguson è stata consegnata la fascia di capitano e la sta onorando con prestazioni da calcio totale, non sbaglia mai la posizione, né un movimento, né un attacco. È quello che fino a qualche tempo fa riusciva a Bonaventura, stesso ruolo, stessa sensibilità tattica, ma adesso non proprio lo stesso rendimento. Uno vola, l’altro frena”. 

‘Italiano deve gestire molte più partite di Motta’

"Ultima differenza: la chiarezza di idee dei due allenatori. Quello che sta facendo Thiago Motta è limpido, quello che sta cercando di fare Italiano è meno comprensibile. Il bolognese ha un vantaggio che, probabilmente, non avrà più la prossima stagione se resterà a Bologna (ma anche se andrà altrove...): gioca una partita alla settimana (fatta eccezione per quest’ultima, ovviamente) e negli altri sei giorni può allenare. Fa un solo lavoro, il suo. Il fiorentino, che un anno fa ha portato la squadra al record di 60 partite stagionali con due finali, di lavori ne fa due, allena e gestisce".


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