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“In una stagione ci sono dei momenti in cui non conta più il gioco, conta poco la tecnica, quasi niente la tattica. Conta solo quello che gli spagnoli, un po’ meno espliciti degli italiani, chiamano “los huevos”. Chi ce l’ha, vince”: questa l'analisi di Alberto Polverosi sull'odierno Corriere dello Sport.

La Fiorentina deve fare nove punti per conquistare un posto in Europa, ma per battere Venezia, Bologna e Udinese ha bisogno di tirar fuori l'orgoglio. L’eliminazione dalla Conference lascerà di sicuro delle tracce nelle gambe e soprattutto nella mente della squadra che ora ha bisogno dei suoi leader naturali, di giocatori in grado di mettersi la delusione alle spalle e la squadra sulle spalle, che lui individua in De Gea, Gosens, Dodo, Fagioli, Gudmundsson e Kean. Tutti hanno anche un obiettivo personale da raggiungere e queste tre partite devono trasformarsi nell’occasione per conquistarli. In questo momento decisivo, continua, il giovane allenatore Palladino va aiutato e sostenuto, soprattutto dopo il rinnovo. Senza dimenticare che, contro il Betis, la Fiorentina ha chiuso la partita senza Fagioli (che chiedeva al tecnico il perché della sostituzione), Dodo, Gosens e Gudmundsson, per mettere due giocatori inconsistenti come Zaniolo e Colpani.

De Gea è stato uno dei migliori in tutta la stagione, ma il suo futuro è ancora da scrivere. Vuole lasciare Firenze a mani vuote? Non sarebbe il modo migliore per farsi ricordare e magari rimpiangere. Vuole restare a Firenze senza giocare una coppa? Un portiere del suo livello non può permetterselo. E se fra i pali è uno dei migliori, deve far pesare la sua storia e il suo carisma anche negli spogliatoi. Poi Gosens, parlando di giocatori dal rendimento eccellente. Il tedesco ha dimostrato quanto è attaccato alla maglia, ha segnato tanto e, a parte un leggero appannamento, ha sempre mantenuto una notevole continuità. Ma non basta: secondo Polverosi, in queste tre partite deve dare di più anche lui. Si passa a Dodo: l’appendicite gli ha impedito di giocare a Roma e ha inciso sulla sua condizione contro il Betis, ma è lui il giocatore che aumenta la velocità della squadra. In passato è stato convocato nella Seleçao, per tornarci deve spingere al massimo in questo finale. 

Torna poi sul tema del riscatto di Gudmundsson, che deve tornare il fantastico giocatore di Genova. Tre partite nelle quali deve svegliarsi, deve inventare, deve segnare e creare assist, soprattutto deve giocare in attacco, perché chiudere senza Europa sarebbe uno smacco anche per lui. Fagioli, invece, aveva iniziato molto bene il suo viaggio fiorentino, poi sono riemerse le voci delle scommesse e il rendimento è calato. Anche lui ha molto da dimostrare, principalmente a se stesso, ma anche ai fiorentini e alla Juventus. Infine Kean, al quale ancora si chiede un ultimo sforzo. Anche se non riuscisse più a segnare, a Firenze dovrebbero comunque ringraziarlo, perché ha dato tutto. Ma come De Gea, ha un futuro incerto. Lasciare la città e la squadra che lo ha accolto e rilanciato nella delusione non è da lui. E Moise, se rimane a Firenze, non può stare senza l’Europa.

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