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Il tema relativo al nuovo stadio non crea frizioni soltanto all’interno del panorama fiorentino ma, come sottolineato quest’oggi sulle pagine de La Repubblica, è un affare che sta mettendo in subbuglio anche Roma. In questi giorni il presidente della Lazio Claudio Lotito è stato esortato dal Campidoglio a presentare un progetto per l’avvio della conferenza dei servizi, tavolo a cui siedono tutti gli enti e le istituzioni coinvolti nella valutazione dell’opera. Il presidente biancoceleste però non pare proprio dello stesso avviso:

“Non potete recuperare 20 anni di inerzia dando scadenze con la clessidra. Non vado a una conferenza dei servizi al buio, andrò quando già saprò il risultato. Se poi mi bocciano il progetto, che faccio? E, se invece poi la aprono altri la conferenza prima di noi, allora significa che la giunta non è interessata al progetto della Lazio. Io ci tengo tanto al fatto che la Lazio giochi al Flaminio, l’ho proposta io come idea. Prenderlo non è un problema, lo è invece realizzare quello che abbiamo in testa. Che ci facciamo con uno stadio da 12 mila spettatori?. Io sto lavorando per vedere cosa possiamo fare realmente. Bisogna trovare la soluzione giusta sia dal punto di vista romantico, sia strutturale. La copertura, il parcheggio, i posti sugli spalti sono problemi da risolvere. Noi stiamo programmando qualcosa per il futuro".

Nelle ultime ore da Formello hanno fatto trapelare che il patron laziale non voglia sapere l’esito finale, ma desideri conoscere quali siano le reali intenzioni dell’amministrazione e se si possono superare dei vincoli. Insomma, capire i margini di manovra per poi stilare un progetto.


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