La Lega telefona alla Fiorentina per prima per avvertirla del rinvio. Ma resta un piccolo giallo sulla data esatta del recupero

Sulle pagine della Gazzetta dello Sport di oggi viene evidenziato come le istituzioni ieri abbiano preferito il rinvio di alcune gare di Serie A agli spalti vuoti. Una scelta che ha generato tante polemiche e provocato un mezzo terremoto nel calendario. Un calendario che è ancora un frullato di incertezze visto che in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna il divieto per emergenza Coronavirus durerà fino a domenica compresa, coinvolgendo anche il prossimo turno di campionato. Il divieto di manifestazioni aperte al pubblico sarà ancora in vigore per sabato 7 e domenica 8 marzo, in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le partite a rischio porte chiuse sarebbero quindi quattro: Atalanta-Lazio, Verona-Napoli, Bologna-Juventus e Inter-Sassuolo, e che vanno tutte allo spostamento al lunedì senza porte chiuse. Atalanta e Inter devono però fare i conti con gli impegni europei in settimana, e quindi ancora resta tutto un bel rompicapo. Il quotidiano sottolinea anche come alcune società fossero intenzionate fin da subito a spostare le gare, tra cui il Milan aveva già chiesto il rinvio da giorni. L’Udinese aveva fatto suo con il no del governatore Massimiliano Fedriga. E proprio a Udine è arrivata la prima telefonata: "Non si gioca". Anche per liberare la Fiorentina che già la sera prima era arrivata in Friuli. Ma è spuntato subito un nuovo giallo sulla data del 13 maggio, che appare come una sorta di data limite. Una postilla, non detta, non scritta, neanche sussurrata: se Inter e Juventus uscissero infatti dalle coppe la partita potrebbe essere anticipata, e questo dovrebbe a maggior ragione riguardare le altre quattro partite. tra cui quella tra i friulani e i viola.