Difesa a tre, a quattro... esterni sì, esterni no: Palladino e una stagione di esperimenti e rattoppamenti. E l'ultimo (azzeccato) di Parisi

Uno dei migliori in campo contro il Bologna è stato sicuramente Fabiano Parisi, giocatore che nella passata stagione non era riuscito ad esprimersi con Italiano. Non che Palladino gli abbia affidato le chiavi della fascia sinistra - giustamente ad appannaggio di Gosens - ma l'ex Empoli ha trovato un po' più di spazio e si è tolto anche qualche soddisfazione, come l'ultimo gol segnato a Skorupski. Ecco, ma cosa sarebbe successo se invece di giocare con la difesa a tre per gran parte del campionato, la Fiorentina avesse scelto un modulo col doppio esterno?

Moduli a 4 e come non usarli (adeguatamente)
Non parliamo tanto di 4-3-3, schema adottato da Palladino per affrontare il Bologna. Piuttosto di un simil 4-4-2, un modulo “più semplice”, per alcuni basilare e magari più adatto per un allenatore emergente come l'ex del Monza. In questo modo, Parisi avrebbe raccolto maggior fiducia, provando magari ad imporsi come titolare di questa squadra, senza - lo ribadiamo - intaccare il ruolo di Gosens. Banalmente, il tedesco più arretrato e il terzino classe 2000 davanti a lui, appurata la sua natura più offensiva. Certo - si verrà a dire - e a destra chi ci stava? Ok Dodo, ma poi a gennaio è stato ceduto Kayode, rimanendo con centrali come Moreno, Pongracic e all'occasione Comuzzo da adattare a terzini destri. Insomma, mancavano proprio gli elementi per schierarsi con un 4-4-2 o azzardare il 4-3-3 visto contro il Bologna di Italiano.
La controversa gestione degli esterni

Un altro aspetto da considerare è stata la gestione degli esterni. All'inizio ce n'erano persino troppi, mentre adesso il campionato si chiuderà con pochissime alternative sulle corsie laterali. Ikoné, Sottil e Kouamé sono stati allontanati (è il caso di dirlo, ndr) a gennaio, per puntare su un modulo che prevedesse una mediana a tre. Più rinforzi al centro, insomma. Peccato che poi l'infortunio di Colpani abbia azzerato quasi del tutto le scelte di Palladino, che - come tutti, purtroppo, sappiamo - nel frattempo aveva perso anche l'esterno-adattato Bove. Insomma, quella della Fiorentina e del suo nuovo allenatore è stata una stagione nella stagione anche per i moduli scelti. Con l'allenatore precedente ce n'era uno solo (e da quello mai ci si spostava), qua invece non si teme l'improvvisazione ma anche… gli esperimenti. Palladino come un'alchimista, ma forse è stato troppo tardi per azzardare un Parisi come ala offensiva.