Ndour: "Nessuno può essere felice dopo una sconfitta, ma siamo una squadra nuova e ci dobbiamo conoscere. Pioli pretende tanto da noi"

Questo pomeriggio il centrocampista della Fiorentina Cher Ndour ha parlato ai microfoni di Radio Tv Serie A. Questi i temi trattati dal centrocampista al canale ufficiale della Lega Calcio italiana:
“E’ chiaro che nessuno può felice dopo una sconfitta, anche se questa è arrivata contro una delle migliori squadre in Italia. In estate loro hanno comprato grandi campioni, ma anche noi siamo forti. Siamo un gruppo nuovo, il mister nuovo ci dobbiamo conoscere. E' una stagione importante, la prima che inizio con un club per poi rimanere, senza prestiti. Mi sono prefissato degli obiettivi personali”.
“La mia esperienza personale è particolare: girare l'Europa mi ha aiutato a crescere”
Un pensiero anche sui suoi primi passi tra i professionisti, a spasso per l’Europa: “Ai tempi del Benfica devo ammettere che ero un ragazzino, ero uno di quelli a cui serviva aver bisogno di stimoli per stare sul pezzo: quando arrivai mi accorsi di essere in un mondo tutto nuovo. Il Benfica è una società che punta sul settore giovanile, abbiamo vinto anche la Youth League. Mi sono trovato molto bene. Al PSG? Era un sogno. Con questi campioni impari con solo per dieci minuti, era un piacere allenarmi con loro e condividere il campo con loro.Curano ogni dettaglio. Ho un gruppo con alcuni di loro e mi sono congratulato dopo la Champions".
“Lavorare con un grande allenatore come Luis Enrique è stato un onore”
Ha anche aggiunto: "Luis Enrique è un grande allenatore e la sua idea si sposa benissimo con i giocatori che ha a disposizione. Poi il ritorno in Portogallo al Braga e il successivo prestito in Turchia, tutte esperienze che non hanno fatto che migliorarmi: sono cresciuto sia come giocatore che come persona, ma forse più come persona”.
“Pioli parla sempre con noi giocatori, ma è un allenatore che pretende molto”
Qualche parola anche sul rapporto con il suo allenatore: “Con lui mi sto trovando benissimo. E' un mister che parla sia dentro che fuori dal campo, è spontaneo, ti aiuta molto. Pretende intensità, cattiveria, che arrivi in area e che sia più decisivo. Mi dice di essere aggressivo sull’uomo".
Due parole di numero anche sui compagni in viola: “A Firenze ho legato tanto con Albert, ci siamo trovati bene fin da subito anche per la lingua. Poi con Pongracic, con Gosens che mi da molti consigli. Anche con Pablo Mari con cui mi sono allenato quando eravamo fuori dalla lista Conference”.
Ha poi concluso parlando dei propri sogni personali: “Provare a vincere qualcosa con la Fiorentina. Si sente nell'area, tra i tifosi, che c'è il rammarico di una mancata vittoria. Mi piacerebbe giocare la Champions League e vestire la maglia della Nazionale maggiore”.