Chi risorge e chi, ancora, non riesce proprio a incidere. Un modulo nuovo e altre consapevolezze dalla notte europea della Fiorentina
La Fiorentina torna a vincere almeno in Conference League e lo fa cambiando modulo nell'ultima porzione di gara, in cui Vanoli è passato al 4-2-3-1. Domenica la partita, fin qui, più importante della stagione.
I migliori ed i peggiori della sfida di coppa
Kean e Dodô, usciti malconci dalla sfida contro la Dinamo Kiev, sono risultati tra i migliori. Il brasiliano ha messo diverse palle interessanti in area di rigore avversaria, tra cui quella che ha portato al primo vantaggio gigliato dello stesso Kean. Il centravanti della Fiorentina ha rappresentato una spina nel fianco costante della difesa ucraina, ma ha anche sbagliato diverse occasioni da goal non impossibili. L’anno scorso segnava in qualunque posizione e con qualunque parte del corpo, quest’anno è anche sfortunato.
Bene anche il soldato Comuzzo ed i subentrati, decisivi per la vittoria finale. Il riferimento è ovviamente a Gudmundsson e Parisi. Il primo apparso finalmente vivace e mattatore della gara con la rete del 2-1, il secondo a tratti imprendibile sulla fascia sinistra.
Prestazioni negative? Non ha giocato una grande partita Ndour, troppo scolastico e autore di errori anche banali, e nemmeno Koaume (che però veniva da tanti mesi di inattività). Quest’ultimo, pur avendo contribuito al cambio di modulo decisivo in corsa, non è stato capace di tenere un pallone e con un colpo di testa all’indietro negli ultimi istanti di match non ha per poco regalato il secondo pari alla Dinamo Kiev.
Contro il Verona con il nuovo modulo?
Non sappiamo se Vanoli riuscirà a recuperare per domenica (per la partita contro il Verona) Gosens e Fazzini, che agevolerebbero la scelta di un cambio di modulo dall’inizio, ma noi proviamo ad immaginare una Fiorentina dal primo minuto con il 4-2-3-1.
Con De Gea in porta, in difesa Dodô, due tra Comuzzo, Pongracic e Ranieri, a sinistra la catena formata da Gosens e Parisi (interscambiabili su chi far partire davanti e chi dietro). A destra, più in alto, uno tra Fortini e Fazzini, in mezzo la sostanza (necessaria per un modulo maggiormente offensivo) di Mandragora e Sohm. Davanti Gudmundsson sotto a Kean, con l’auspicio che possa iniziare un nuovo campionato per la Fiorentina.



