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Pioli Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Una squadra con un’organizzazione tattica al limite della perfezione e con la capacità di eseguire alla cieca gli ordini dell’allenatore, quella di Conte; undici uomini mandati in campo con poche idee e tanta confusione, quella di Pioli.  Tanti interrogativi e nodi da sciogliere per una Fiorentina che ancora è lontana dal potersi definire “squadra”.

Mancanza d'identità

Di fronte al perfetto meccanismo partenopeo gli uomini viola hanno mostrato tutte le proprie debolezze. La squadra viola non ha ancora trovato una propria identità e un proprio stile di gioco. Una difficoltà generale dalla quale non è escluso nessuno (o quasi). Il reparto arretrato viola è stato protagonista di una prova dir poco negativa. Ma se gli errori dei singoli, anche quelli grossolani come quelli commessi sui gol napoletani, possono essere frutto di una serata storta ciò che lascia davvero perplessi è l’incapacità della difesa di organizzare la manovra da dietro e di non riuscire mai, o quasi, ad oltrepassare il pressing azzurro.

Le difficoltà fra centrocampo e attacco

Una difesa in netta difficoltà, anche perché lasciata sola da un centrocampo annichilito dalla controparte partenopea. Poca interdizione, poco fisico e molta imprecisione in impostazione. Un centrocampo superato con costanza e troppa facilità dal Napoli e che nelle azioni offensive non è riuscito ad organizzare una manovra in grado di mettere in difficoltà gli avversari. Anche davanti la situazione non è delle più rosee. Kean, che in Nazionale si trova alla perfezione con Retegui, non riesce a trovare il feeling giusto con gli uomini che Pioli gli affianca, finendo spesso per pestarsi i piedi con il compagno. Due gol in tre partite solo un chiaro segnale delle difficoltà dell’attacco viola, nonostante i grandi investimenti fatti dalla società in questo reparto. 


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