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Vanoli può finalmente godersi la prima vittoria da allenatore della Fiorentina, aspettando però una sfida ben più significativa, quella per la salvezza contro il Verona. Novità e un atteggiamento diverso dal solito hanno portato al successo contro gli ucraini, ma contro gli scaligeri è vietato fare un passo indietro. 

Un Kean diverso dal solito

Non di poco contro per le sorti della partita (e si spera anche del prosieguo della stagione) è stato il ritrovato feeling fra Kean e Gumdundsson. L’italiano, alla ventottesima rete in viola, è sembrato più dinamico e concentrato del solito, forse anche grazie alla responsabilità della fascia di capitano passatagli da Dzeko nel secondo tempo. Proprio nella seconda frazione di gioco, quando i fantasmi viola stavano cominciando a riemergere e la Dinamo Kiev era in pressing dopo aver trovato il pareggio, ecco che l'ingresso di Gudmundsson (e il cambio modulo) hanno dato nuova linfa alla squadra gigliata. 

Finalmente Gudmundsson

L’islandese è salito a 13 reti in viola. Per la terza volta in più di un anno di “convivenza” Gudmundsson e Kean hanno trovato il sigillo mentre condividevano il campo. Era successo solamente nel 2024-25 nel 2-1 al Genoa e poi nel 2-2 con il Bologna dello scorso ottobre. Oltre ai gol i due sono sembrati più in sinergia e capaci di dialogare per mettere in difficoltà la difesa avversaria. L'islandese, forse per la prima volta in questa stagione, ha trovato la giusta posizione in campo, muovendosi fra le linee e offrendo a Kean palloni preziosi. Lo scrive il Corriere Fiorentino.


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