Passi anche il Milan capolista. Ma adesso contro quell'Italiano lì, sarà gara da dentro o fuori. Per tutti

Che non fosse una gara semplice lo sapevamo. Il Milan è una delle squadre rivelazione di questa Serie A, nonostante ieri si sia presentato contro la Fiorentina con diverse defezioni tra i top. Alla fine l'ha portata a casa Allegri, con il tecnico toscano che con i tre punti guadagnati ha portato il suo Milan da solo in vetta alla classifica di Serie A.
Risposte attese, aspettative disattese
Ci aspettavamo una vittoria? Magari no. Ci aspettavamo risposte almeno di carattere? Sì. Sono arrivate? No. Ancora una volta la Fiorentina è scesa in campo senza un briciolo di idea sul da farsi, se non difendersi per poi lanciare per il troppo solo Kean. Un gol portato (diciamocelo) dalla fortuna e poi l'ennesima rimonta subita per mano di uno scintillante Leao. Poco carattere e tanta paura, quest'ultima anche giustificata, vista la classifica che ora recita ultimo posto con Pisa e Genoa e 3 punti.
"Stefano è l'unico che ci può tirare fuori"
Pradè, tra mea culpa e attacchi giustificati a un arbitraggio che, effettivamente, non ha dato una mano ai viola, ha ribadito a fine partita che Pioli è l'unico che può tirare fuori la Fiorentina da questa situazione. Lo speriamo tutti, ma la marcia è da cambiare ormai da diverse settimane e invece la squadra viola sembra inesorabilmente marciare con una prima singhiozzante.
Capitolo Conference
C'è una Conference League di mezzo, con la Fiorentina che giovedì sarà di scena a Vienna contro il Rapid per la seconda gara della fase campionato. Una partita che sembra più un passaggio tra una gara di campionato e l'altra. Inevitabilmente adesso l'attenzione è rivolta alla Serie A. Vincere aiuta a vincere, sì. Ma il Rapid non è la squadra della parrocchia.
Tornando al campionato
Passi il Milan capolista, adesso la gara contro il Bologna diventa da dentro o fuori per tutti. Allenatore, giocatori e società. L'atmosfera a Firenze è pesantissima, l'avversario anche. Arriva il Bologna (quinto in classifica) di quell'Italiano lì, che tante gioie e tanti dolori ha regalato nel periodo indubbiamente più bello dell'era Commisso. Serve vincere a tutti i costi, per dare un segnale, una risposta. Anche minima. Poi arriva l'Inter. E non sarà una passeggiata.