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Commisso Ferrari Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Ore inaspettatamente dense di preoccupazione in casa Fiorentina a pochi giorni dal termine del Campionato. La vittoria di Udine che ha riportato in dote una qualificazione europea, con il record di punti ed il miglior piazzamento in classifica dell’era Commisso, potevano preannunciare momenti più sereni per il club viola e per i suoi tifosi, invece così non è stato.

Prima la conferenza stampa dello stesso presidente, di Pradè e Ferrari, con il primo che aveva attaccato la Curva Fiesole e, poi, soltanto poche ore dopo, le dimissioni di Palladino, definito da Commisso appena il giorno prima “come un figlio”. Ed adesso cosa succederà, dopo la replica anche del tifo organizzato?

Pradè è solo? Nelle prossime ore lo sapremo con precisione

Daniele Pradè non è nuovo ad essere bersaglio di critiche feroci da parte della tifoseria, ma il comunicato di ieri della Curva Fiesole è ancora più implacabile e brutale contro il dirigente gigliato, che soltanto poche ore prima aveva dovuto inghiottire le dimissioni di Palladino, dovute proprio a delle incomprensioni e dei conflitti insanabili con la sua persona.

Avrà la forza di resistere a tutto questo e ripartire nel suo ruolo cardine all’interno del mondo Fiorentina, oppure è auspicabile un passo indietro o, almeno, di lato, che preveda di rimettere il suo incarico nelle mani del patron e presidente Rocco Commisso?

Commisso è solo una vittima del conflitto tra Pradè e Palladino. Ma ora serve una scelta forte

Sono ore difficili anche per Commisso, che aveva sempre difeso a spada tratta Palladino contro tutto e tutti, salvo venire in qualche modo tradito dalle dimissioni del tecnico ex Monza. Quello che appare doveroso ora è che il patron decida di reinserire una figura nella Fiorentina come era quella di Joe Barone (ma stavolta che si tratti di un uomo di calcio), che abbia l’ultima decisione su tutto e tutti, oppure deleghi a Pradè o a chi ne prenderà il posto tutti i suoi poteri. Un’altra stagione, infatti, in cui le sue idee sull’allenatore finiscano in conflitto così evidente con quelle di un suo dirigente (appunto il caso di Pradè e Palladino) non sarebbe auspicabile per nessuno.

Per lontananza geografica ed impegni professionali non può più gestire la Fiorentina in prima persona? Si affidi allora ad un interlocutore in gamba e di fiducia, che sappia anche ricostruire il rapporto con la tifoseria gigliata, ora ai minimi storici.

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