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Non è una questione di ultimo posto in classifica, né di peggior difesa del campionato e neppure della mancanza di vittorie. I giocatori della Fiorentina e i suoi tifosi sanno bene qual è la gravità della situazione e, naturalmente, la prima reazione organica è quella della paura. Ma l'aspetto più spaventoso di tutto questo non riguarda strettamente la Fiorentina, bensì le sue concorrenti.

Scenario anomalo e inusuale

Il ragionamento è semplice: sulla carta, la Fiorentina ha una rosa - almeno per valori assoluti - che non rappresenta una squadra da zona salvezza; piuttosto, ci saremmo aspettati la solita stagione da metà classifica con la classica ambizione europea, spesso da ricercarsi nella Conference come scappatoia, come competizione che ti fa assaggiare, ma che non è assolutamente, il calcio europeo. Eppure, la Fiorentina ora è lì, ultima, e non sta facendo niente per non esserlo: appurati però gli evidenti problemi della squadra e della società, subentra un discorso ben più pericoloso.

Non guardare solo a sé stessi

La Fiorentina, da ora in avanti, non può più affidarsi soltanto a sé stessa: da qui a fine anno, ammesso che i viola abbiano un moto d'orgoglio che li porti a lottare per - si spera con successo - la salvezza, dovranno costantemente guardare anche e soprattutto agli altri campi. E si sa che, in un contesto complicato e delicato come quello attuale, il dover pensare anche agli altri aggiunge solo un livello ulteriore di stress che rischia di essere la mazzata finale ad una Fiorentina già bastonata.


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