Il parallelismo con la debacle della Laguna del primo Italiano

Vi ricordate di quell'amarissima sconfitta subita sul campo del neopromosso Venezia alla prima stagione di Italiano alla Fiorentina? Se non foste così abili di memoria, vi diciamo soltanto che quel capitombolo - complice anche l'assenza dei sudamericani - venne decisamente caratterizzato dalle voci intorno al conto di Dusan Vlahovic. Era il mese di ottobre del 2021 e la Viola viaggiava già a ritmi importanti, ma in Laguna Odriozola e compagni dovettero arrendersi ad Aramu e Henry.

Perché? Per lo stesso motivo per cui Italiano ha fatto una figuraccia anche a Lecce, ovvero per il trambusto dei giorni antecedenti alla sfida. All'epoca fu il patron Commisso in persona a dare il via al tornado della disperazione, lanciando la novella che Vlahovic non avrebbe voluto rinnovare. Poco tempo dopo, infatti, venne venduto alla Juventus. Al Via del Mare, la stessa storia. Il mercato che non ha consegnato innesti di valore a Italiano, il rumore del pubblico social e la consapevolezza che il nervosismo dilagasse anche in mezzo al campo. Basti guardare Bonaventura.

Italiano è sereno, i suoi giorni in viola sono contati

Quando non è il campo a parlare, bensì le mille voci e contro-voci di mercato, c'è poco da fare: invertire il trend diventa impresa ardua. E oggi, 2024, come tre anni fa, la stessa solfa: Italiano raccoglie i cocci di un progetto che ormai - evidentemente - gli sta stretto. Consapevole di valere ben molto di più di un Faraoni dalla bancarella di Setti e di un Belotti anziché un esterno. La rassegnazione del mister è stata evidente dalla sua conferenza post partita: tranquillissimo, pacato, sereno in volto… esattamente come uno che aveva appena perso in quattro minuti.


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