"Da Fagiolino a Fagiolone": la battuta di Pradè nasconde una grande verità. Nicolò, è giunto il tempo delle risposte

“Quasi dimenticavo: a centrocampo abbiamo anche Fagioli, e questo per lui è un anno importante. Fagiolino, come lo chiamo io, deve diventare Fagiolone”. Una frase che ha fatto sorridere quella del direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradè, ma che nasconde una grande verità. Dopo il rendimento altalenante dello scorso campionato, questa è la stagione del giudizio per Nicolò Fagioli.
Dottor Jekyll e Mister Hyde
Le prime partite non hanno portato novità: talvolta brillante, come contro il Polyssia, talvolta spento e soporifero. E' il Fagioli che abbiamo imparato a conoscere ma che al tempo stesso, paradossalmente, non conosciamo ancora così bene. La voglia di rivedere il giocatore che incantò nelle primissime apparizioni in maglia viola, dettando ritmi sostenuti ed effettuando giocate geniali, ci porta a credere che fosse quella la sua vera versione.
L'ora della maturità
Ora, però, tocca solo a lui. Fagioli dispone della massima fiducia da parte di Pioli e sulla carta rappresenta un titolare inamovibile. Nel ruolo di regista non ha reso ma si sa, non è il suo. Con l'arrivo di Nicolussi Caviglia, le possibilità di vederlo agire da mezz'ala crescono e con esse, si spera, forse crescerà anche il suo rendimento. Siamo tutti d'accordo con Pradè, insomma: Nicolò, è il momento di diventare grandi.