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È sempre rischioso azzardare un paragone fra due squadre (e due tecnici) relative a due epoche diverse. Già perché fra la Fiorentina di Italiano e quella di Stefano Pioli distano solamente due anni, ma a Firenze sembra passata un era geologica. 

La Fiorentina di Italiano

Della rosa che aveva a disposizione a Firenze l’attuale tecnico del Bologna è rimasto qualche brandello: Ranieri, Dodo, Parisi e Mandragora (oltre a Kouame, fuori dal progetto viola). Molto spesso durante il triennio sotto la guida dell’allenatore di Karlsruhe il tifo non lesinava critiche per la scarsa qualità dei giocatori che la Fiorentina schierava sul terreno di gioco. Detto fatto la dirigenza gigliata non ha badato a spese negli ultimi mercati, rifondando completamente la rosa, investendo somme mai viste in riva all’Arno (i famosi 90 milioni di questa estate). Eppure i risultati stentano ad arrivare. 

I rimpianti viola

Dopo sette giornate la Fiorentina si ritrova ultima in classifica e la paura è che il campionato, annunciato come una corsa verso la Champions League, possa tramutarsi in una lotta salvezza è tanta. Complice, ma assolutamente non unico artefice, della situazione attuale è Stefano Pioli. Il tecnico gigliato è in palese difficoltà nel trovare la quadra per una rosa che sembra essere stata assemblata al contrario. Alla luce della classifica e dei risultati ottenuti dopo l’addio di Vincenzo Italiano, forse qualcuno nella dirigenza viola si sta mangiando le mani chiedendosi se non fosse stato meglio investire un po’ di quei milioni che la Fiorentina ha sperperato sul mercato per provare a convincere l’ex tecnico viola.


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