Con il dolore nel segno della continuità. Nella tragedia di questi giorni, nel volto commosso e distrutto di Commisso e dell’intera comunità viola, ci è piaciuta la tempestività, la forza, la velocità delle decisioni prese dal presidente della Fiorentina. Uomo evidentemente abituato ad agire in maniera: l’abilità dei grandi, verrebbe da dire. 

Perché Commisso ha dovuto decidere che strada prendere in poche ore, in uno dei momenti più difficili della propria vita, senza più l’amico fidato Barone: quello che era Galliani per Berlusconi, per fare un paragone calcistico efficace. L’unico uomo davvero di fiducia, la persona che portava avanti la Fiorentina in tutto e per tutto. E allora ha deciso, intanto, di promettere amore ‘eterno’ o quasi a Firenze ("rimarrò qui per molti anni"), di affidare questi ultimi mesi di stagione a chi ha lavorato accanto a Barone per tutti questi anni, rimandando evidentemente ogni possibile cambiamento. 

Pradè su tutti, avrà il compito di sostituire il DG, ruolo tra l'altro che sa fare meglio e che ha già fatto in carriera, forse ad oggi la sua abilità più grande. Pradè è uomo di pubbliche relazioni, di rapporti importanti, è stato lui ad introdurre nel mondo del calcio Barone, a fargli conoscere persone e modalità, ad accompagnarlo mano nella mano in un mondo che evidentemente non poteva essere il suo. Non faticherà a tornare a fare quello che, da sempre, sa fare meglio: il rapporto con l’allenatore, con i calciatori, con la politica, con i fiorentini, in questi due mesi, dove il patto sarà quello di provare a vincere qualcosa. 

Così come accadde dopo la tragica scomparsa di Astori, tutto il mondo viola si ricompatterà, dimenticando gli scricchiolii dell’ultimo periodo. Poi, a giugno, nascerà la nuova Fiorentina, speriamo con una coppa in più in bacheca, speriamo con uno spirito diverso e speriamo anche con modalità diverse. Perchè chi scrive, seppur con la morte nel cuore per la scomparsa di un uomo che ha rappresentato per anni la Fiorentina, si augura che adesso qualcosa cambi davvero dal punto di vista dei rapporti che il mondo viola ha con l’esterno. Meno guerre, meno ostacoli, più correttezza anche con chi (nei modi giusti) critica, non è d’accordo, non china la testa. Ne verrebbe fuori, sicuramente, una Fiorentina diversa, più simpatica, più vera, magari anche più sostenuta (e senza dubbio più apprezzata). Un cambiamento che Pradè, siamo sicuri, proverà a fare, oggi che avrà qualche spazio in più, a patto che nessuno gli metta i bastoni tra le ruote

Due mesi dove tutti, squadra, allenatore, dirigenti, tifosi, dovranno stringersi assieme, arrivando ancora una volta a giocarsi una o due finali, magari con un esito diverso rispetto allo scorso anno, anche e soprattutto nel ricordo di Barone che viste le testimonianze di affetto di questi giorni, aveva evidentemente davvero qualità importanti all’interno del gruppo squadra. Un tratto questo che magari all’esterno, non sempre, traspariva. 

E qui arriviamo ad Italiano, questi due mesi saranno importanti anche per lui. Destinato probabilmente all’addio, ormai deciso, anche se nel calcio tutto può sempre accadere. Sicuramente, da oggi, nascerà per forza di cose una nuova Fiorentina, vedremo se migliore o peggiore nei risultati e nelle modalità. Perchè la figura di Barone non era una figura di secondo piano e trovare figure identiche può diventare difficile e sbagliato. Tocca a Commisso scegliere, decidere, la strada da intraprendere dalla prossima stagione in poi.

 


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