"Siamo a un passo": sì, ma dal baratro. Una situazione drammatica di cui si sono accorti tutti... tranne chi dovrebbe risolverla

Era il 2 Dicembre scorso e il dg Viola Alessandro Ferrari, a margine dell’ennesima sconfitta della Fiorentina, in quel caso ad opera dell’ex Palladino, proferiva queste parole: “Dobbiamo ritrovare l’intesa, ma siamo a un passo". Una frase pronunciata con la calma di chi vede l’uscita del tunnel, con la sicurezza di chi crede davvero di avere la situazione sotto controllo, oppure di colui che non si rende conto del caos che è la Fiorentina in questo momento.
Ma ad un passo da cosa?
Oggi, col senno di poi, viene spontaneo chiedersi: ma ad un passo da cosa, esattamente? Perché se guardiamo il campo, la classifica (che sia Serie A o Conference) e l’umore di una tifoseria ormai stremata, più che a un passo dalla soluzione sembra di essere a un passo dal baratro. La Fiorentina non migliora, non cresce, non reagisce. Anzi, arretra. Sta riuscendo il buon Vanoli a far peggio del predecessore Pioli, mandato via dopo la sconfitta interna contro il Lecce. Partita dopo partita, prestazione dopo prestazione, questa squadra peggiora sempre di più. E ogni domenica diventa l’ennesima dimostrazione che i problemi non solo non sono stati risolti, ma nemmeno capiti fino in fondo.
Il nulla cosmico
La squadra continua a spegnersi al primo schiaffo, il gioco latita e l’identità resta un mistero. Ma soprattutto manca una cosa: la percezione di una guida. Perché quando chi sta ai vertici parla di “soluzione”, ci si aspetta un segnale concreto. Un cambio di rotta. Una decisione forte, come detto da Goretti, per ora solo a parole. Invece ad oggi il nulla cosmico. E allora viene il dubbio che quel famoso “passo” fosse in realtà un passo falso. O peggio, un passo nel vuoto.
Una polveriera pronta a esplodere
Perché mentre fuori si racconta di tranquillità e di fiducia incondizionata a tutti, dentro il campo si vede una squadra fragile, insicura, senza certezze, e nello spogliatoio si ha l'impressione d'una polveriera pronta a esplodere. Una Fiorentina che non dà mai l’idea di avere il controllo delle partite, né tantomeno del proprio destino. Forse, più che risolvere i problemi, qualcuno sperava che si risolvessero da soli. Ma il calcio non funziona così. E la realtà, oggi, è brutale: la Fiorentina non è vicina alla soluzione, è pericolosamente vicina al punto di non ritorno. E a forza di ripetere che va tutto bene, il rischio è uno solo: accorgersi troppo tardi che quel famoso passo era verso il precipizio.



