Una delle speranze di questa Fiorentina si chiama Luka Jovic, attaccante che per ora però ha dato poco alla causa viola.

"Dalle sue parti, nei Balcani - scrive il giornalista Stefano Cecchi su La Nazione - gli hanno affibbiato un soprannome che è una promessa di gol: "Serbian Falcao", con riferimento al formidabile Radamel che qualche anno fa fu un’autentica macchina da reti per mezza Europa. Il guaio è che ad oggi a Firenze quella promessa non si è ancora avverata, lasciandoci negli occhi non un centravanti-carrarmato ma una punta evanescente, quasi smarrita nel giardinetto di calcio viola".

E ancora: "Eppure Firenze con lui deve armarsi dell’arte antica della pazienza. Perché nella rosa degli attaccanti, Luka Jovic è quello con il tasso tecnico di gran lunga più alto. Se Kouame è il centravanti della contingenza e Cabral il colosso da buttare dentro nell’emergenza, lui è l’unica punta che strutturalmente può aprire orizzonti alti di calcio a una squadra che vuol essere ambiziosa".

Intanto a Bergamo ha dato qualche segnale positivo giocando come trequartista: "Un piccolo fuoco, è vero. Ma anche i grandi incendi spesso cominciano con la scintilla di un accendino. Non c’è fiorentino che non attenda oggi la fiamma buona di Jovic per incendiare le praterie della propria fantasia sportiva".

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