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A Radio Bruno, il patron viola Rocco Commisso parla anche della nuova proprietà americana della Roma: "Non conosco Friedkin. Nel 2010 sarei dovuto entrare nella Roma con Dibenedetto, poi rinunciai. Poi arrivò Pallotta, la prima cosa che fece fu di presentarsi senza sapere bene l'italiano. Qualcuno mi chiama "italo-americano, zio d'America..." io che ho 70 anni sono stato italiano prima di molti di voi. Poi è successo quel che è successo perché in Calabria non si mangiava, mio padre era stato prigioniero di guerra e ci portò in America. A differenza di Pallotta però mi sento di non aver promesso ciò che non posso mantenere, mentre lui annunciò di voler portare la Roma tra le prime 5 al mondo. Sono meno stupido di quanto molti possano pensare. Speranze d'Europa? Assolutamente. Ho detto che abbiamo fatto meglio al primo anno, rispetto a quanto avevano fatto ad esempio i Della Valle all'esordio in Serie A. Siamo passati dal 16esimo al decimo posto. Capisco tutte le pretese dei tifosi ma i fiorentini devono imparare che Rocco non fa promesse che non può mantenere. Sarà bello se si vincerà ma meno male che c'è Mediacom perché le perdite quest'anno e l'anno prossimo saranno circa 100 milioni, al netto del mercato. C'è stato il caos del Covid per cui i 93 milioni di ricavi fatti nel 18/19 sono calati molto mentre i costi sono incrementati. Le perdite sono più di quelle che pensavamo, ad oggi il Fair play finanziario ci impedirebbe di entrare in Europa. Io non posso pagare 200 milioni all'anno di ingaggi. La Fiorentina è andata all'indietro in questi 10 anni, oggi i giocatori pagati 40 milioni costavano la metà".


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