Sull'orlo del baratro: Fiorentina, siamo alla resa dei conti. Di già

Siamo sostanzialmente alla resa dei conti. Fiorentina-Lecce rappresenta questo: o tutto o nulla, sull'orlo del baratro. Si arriva al match più delicato della stagione (siamo solo alla decima giornata) dopo un sabato che in casa viola ha fatto fuoco e fiamme.
Cosa è successo
Ieri mattina la città si è svegliata tappezzata di striscioni fatti dal tifo organizzato viola contro società, giocatori e allenatore. Tutti dentro, il messaggio è chiaro: la misura è colma, siamo al limite massimo di sopportazione. La tempistica non è chiarissima: alla vigilia di una gara spartiacque, a distanza ormai diverse ore dalla disfatta di San Siro. Ad essere chiara è la classifica: Fiorentina penultima a 4 punti dopo 9 partite. Inaccettabile.
Via Pradè
Una modalità, quella degli striscioni, che ha ricordato molto quella utilizzata per la cacciata dei Della Valle, poi andata a segno. E in un certo senso le acque si sono mosse parecchio anche a questo giro. Passano poche ore dalle foto degli striscioni, che ormai sono virali, che arriva la bomba: Pradè non è più il ds della Fiorentina. Il passo indietro arriva da parte di chi era stato duramente contestato dal tifo viola già lo scorso anno, per primo. Finisce la seconda era fiorentina di Pradè, che ha caratterizzato di fatto tutta l'era Commisso.
E ora?
E ora, che succede? Ormai nel calderone ci sono tutti. Da Commisso a Pioli, da Ferrari ai giocatori. Non si salva nessuno. Solo il campo può aggiustare le cose. Ma come? Vincendo. Solamente vincendo. E non solo contro il Lecce. Servirà cambiare passo, altrimenti sarà l'ennesimo progetto da accartocciare e gettare nel cestino… Sempre che ce ne sia stato uno. Servirà un nuovo direttore sportivo. Intanto serve pensare al campo. Servirà anche un nuovo allenatore? A questo punto rimane difficile anche immaginare cosa sia meglio. A Firenze è caos. Di nuovo e ancora. Siamo alla resa dei conti dopo 10 partite.


