Madonna che silenzio c'è stasera, si intitolava il cult del compianto Francesco Nuti, espressione genuina dell'animo fiorentino. E di silenzio, di quiete, ce n'è fin troppa ultimamente intorno alla Fiorentina. Il gennaio-horror in campionato e in Supercoppa, la deprimente e fasulla sessione di mercato che ha affossato le speranze dei tifosi e gli infortuni che hanno tirato giù un reparto già deficitario di suo. E dopo l'ultima sconfitta col Lecce, questo silenzio si è fatto ancora più assordante, convogliato poi nel ricordo del grande Uccellino.

E' ancora calciomercato, l'argomento caratterizzante del 2024 viola

Il mercato invernale - inutile negarlo - è già diventato una costante della stagione di Italiano, rassegnato al proprio destino… o meglio il solo in grado di invertire il trend. Adesso il mister proverà a ridefinire l'attacco inserendo Belotti nel suo undici ideale, anche se, di “ideale”, c'è davvero poco nella formazione titolare della Fiorentina. Eppure, le possibilità per migliorare l'organico c'erano tutte fino a una settimana fa… Non parlate di accanimento mediatico, il mancato mercato di riparazione già condiziona, e continuerà a farlo, la stagione, l'ultima verosimilmente, a meno di risultati eccezionali, di Italiano a Firenze.

Il peso che ci porteremo dietro

Uno strascico, un pensiero opprimente, una zavorra che la Fiorentina si porterà dietro fino alla fine del 2023/'24. Un mese, quello di gennaio, che ha lasciato tutti infelici: prima con l'umiliazione della Supercoppa, poi con la debacle in classifica ed infine sì, ancora, con questo stramaledetto mercato. Inesistente, fatuo, poverissimo (come tutta la Serie A, per carità), ma dove bastava pochissimo per cambiare le cose. O quantomeno, per dirla col Gattopardo, cambiare tutto affinché tutto rimanga così come è. L'ennesima chance sprecata dalla dirigenza viola per dire a tutti: “Ehi, ci siamo anche noi! Vuoi vedere che nel 2024 a Sport Mediaset tocca raccontare il risultato della Fiorentina del martedì di Champions?”. E invece no, tutti ragionieri. Anche i tifosi (ormai una minoranza).

 


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