Il retroscena sul processo Gudmundsson: corte divisa, uno dei tre giudici favorevole alla pena detentiva

La Corte Suprema di Reykjavík ha emesso ieri il suo verdetto sul caso riguardante l’attaccante della Fiorentina, Albert Guðmundsson, che in patria era stato accusato di stupro.
La decisione della Corte Suprema
La Corte Suprema si è divisa, ma la maggioranza dei giudici ha assolto Albert (si trattava del ricorso in appello dopo la sua assoluzione in primo grado). Uno dei tre giudici della Corte Suprema che si sono pronunciati sul caso del calciatore ha ritenuto giusto condannarlo, dandogli una pena di due anni e mezzo di prigione. Albert e la donna che lo ha portato in tribunale hanno concordato sul fatto di avere avuto rapporti sessuali nel corso di una notte dell’estate 2023, come affermato sia dalla corte distrettuale che dalle sentenze della Corte Suprema, ma la discussione verteva sul fatto che questi rapporti fossero consensuali o meno.
Le motivazioni dell'assoluzione
Sono state riscontrate diverse debolezze e discrepanze nelle descrizioni della scena e dell’abbigliamento che la donna indossava quella sera, il che ha reso, agli occhi della maggioranza dei giudici, il suo racconto poco credibile. Gudmundsson riguardo all'angoscia palesata dalla donna in seguito agli eventi di quella notte ha detto che probabilmente “si è sentita in colpa per essere stata infedele al fidanzato”.



