Dall'isolamento di Moena alla chiamata di Spalletti. La lunga rincorsa del leader (non) silenzioso viola

Nei giorni precedenti alle diramazioni delle convocazione di Luciano Spalletti si vociferava di un possibile ritorno in azzurro di Pietro Comuzzo, ed invece, con non poca sorpresa, Il ct della nazionale ha convocato un altro difensore viola: Luca Ranieri. Indossare la maglia della Nazionale è un premio alla stagione e alla costanza di Luca Ranieri, ma non è certo un regalo. La sua rincorsa all'azzurro parte da molto lontano, con anni di gavetta e il rischio di rimanere impantanato nelle serie minori.
Una rincorsa che arriva da lontano
Dopo una lunga trafila nelle giovanili viola Ranieri ha girovagato l'Italia in prestito: prima il Foggia, poi l'Ascoli e infine la Salernitana. Nell'estate 2022, durante il ritiro di Moena, appena tornato dall'esperienza in maglia granata, il classe ‘99 sembrava in procinto di partire nuovamente; tanto che durante gli allenamenti e le amichevoli era solito lavorare a parte rispetto alla squadra. Le strane e indecifrabili questioni di mercato hanno però determinato una permanenza che sembrava impossibile. Il resto l’ha fatto il lavoro duro e la determinazione che di certo non manca al ragazzo spezino, che partito ultimissimo nelle gerarchie si è ritagliato sempre più spazio nelle rotazioni di Italiano.
Mentalità e lavoro duro
Questa stagione, dopo l'addio di Biraghi e Martinez Quarta, Ranieri è stato scelto da Palladino come capitano della Fiorentina, il giusto riconoscimento per un leader non sempre silenzioso, ma che mette l'anima in ogni singola partita. Un giocatore non certo dalla qualità sopraffina, ma nemmeno un “miracolato"; piuttosto un calciatore che con il lavoro duro e la tenacia ha sopperito a qualche mancanza ed è arrivato laddove ogni bambino che gioca a pallone sogna: a vestire i colori della Nazionale italiana.