Freitas: "Non penso Pioli abbia scelto gran parte della rosa, non si può sempre discutere l'allenatore. Arrivati tanti giocatori da piazze molto più piccole di Firenze"
L’ex direttore sportivo della Fiorentina Carlos Freitas, per 3 anni a Firenze, ha parlato a Radio Bruno provando a fare il punto su varie tematiche centrali del complicatissimo momento della squadra di Stefano Pioli.
"Difficile trovare una ragione sul momento della Fiorentina, che nessuno si aspettava. C’è qualità nei singoli e nell’allenatore, oggi però ciò che si vede è una squadra che ha paura e un risultato negativo dopo l’altro le cose possono solo peggiorare. Se ne può uscire con la personalità dei leader dello spogliatoio, la qualità tecnica non si discute, serve il carattere e la guida dei nomi di spicco della Fiorentina, da Pablo Marì, che ha giocato in una piazza con 30 milioni di tifosi come il Flamengo, a Gosens, Kean, Dzeko, Mandragora".
‘Un conto è giocare a Venezia o Empoli, un altro a Firenze’
"Sono arrivati tanti giocatori, ma un conto è essere bravo in una squadra dove si può fare bene, uno in una piazza dove si deve fare bene, come Firenze: una differenza notevole rispetto a piazze più piccole. Non conta solo cosa si sa fare con la palla, sono tanti i parametri che definiscono la qualità del calciatore nel complesso. Non conosco però il carattere degli attuali calciatori viola, la personalità nel calcio è essenziale. Però, penso a Nicolussi e Fazzini, è diverso affrontare le cose a Venezia o Empoli rispetto a Firenze".
‘Pioli non è ostaggio di un modulo, per fare il suo gioco…’
"Non credo che Pioli abbia cambiato i suoi concetti, non penso che abbia scelto la maggioranza dei giocatori di questa rosa e si sta adattando alle caratteristiche di ciò che ha. Ha alcuni giocatori di qualità, ma per fare un certo tipo di gioco servono gli interpreti. Pioli è un allenatore a cui piace cambiare modulo, anche durante la partita, non è ostaggio di un sistema tattico. Gli serve l’intelligenza del calciatore, un po’ come Paulo Sousa, per il quale era una figura chiave Marcos Alonso, ad esempio".
“Non si può tutte le volte discutere la qualità dell’allenatore, Ancelotti all’Everton non ha vinto niente né è andato in Europa. Klopp al Dortmund ha anche lottato per non retrocedere. Tutto dipende anche dal gruppo che ha davanti, e non è questione solo di qualità calcistica. Il discorso di De Gea dopo la partita col Bologna deve avere delle repliche da parte dei compagni”.



