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Il vice presidente dell'associazione Italia Nostra Mario Bencivenni è intervenuto su Facebook per analizzare gli emendamenti per gli stadi presentati in Senato in questi ultimi mesi. Queste le sue parole scritte in un recente post: "


I “vandali in casa” non vanno mai in ferie anzi è proprio durante le ferie estive che hanno qualcuno che lavora attivamente negli organi deliberanti dello Stato, per esempio in Parlamento, e con scuse varie (semplificazione). Così si può continuare a picconare e demolire prima di tutto l’impianto di norme e di strutture per la Tutela del patrimonio culturale che lo Stato italiano si è dato e per le quali è sempre stato visto in tutto il mondo come un punto di riferimento giuridico e di civiltà. Se anche uno di questi emendamenti fosse accolto si aprirebbe un varco pericolosissimo nella tutela non solo degli stadi ma anche di altri beni culturali: infatti dopo verrà la volta di altri beni, soprattutto moderni e contemporanei (scuole, ospedali, opifici industriali, ponti), e si perderà rapidamente ogni speranza di poterli salvaguardare. E inoltre con questo precedente sarà altrettanto facile passare poi al tessuto edilizio e agli immobili in dismissione dei nostri centri storici. Chi potrà infatti contrastare la prevedibile obiezione dei legulei dei nostri “vandali in casa” che diranno: «perché per uno stadio monumentale si può e non per un palazzo signorile o un convento del centro storico?» Dalla memoria sintetica, che contiene il testo integrale degli emendamenti, potrete farvi un’idea anche del modo vergognoso del lessico impiegato che credo costituisca un documento autorevole della veridicità dell’aforisma: Si scrive male, se si pensa male! Vorrei ricordare un’ultima cosa che ho imparato nel lavoro di ricerca dei documenti e del lavoro che si fa in Senato: gli emendamenti presentati e accettati come ammissibili dai gruppi parlamentari (pensate che oltre a quelli degli stadi monumentali per il Decreto Semplificazione la pubblicazione ufficiale che li contiene è costituita da due tomi di quasi 1.800 pagine!) possono essere ritirati da chi li ha presentati anche poco prima del voto: perciò sarebbe utile che, da oggi alla fine di agosto, chi ha ancora a cuore il patrimonio culturale del nostro paese tempestasse di mail i gruppi parlamentari presentatori chiedendo di procedere a ritirare gli emendamenti che trovate nella memoria con la classificazione e denominazione ufficiali".




 







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