Al Corriere della Sera ha parlato l'ex capitano della Fiorentina e Unico Dieci viola Giancarlo Antognoni. Diversi i temi toccati, tra la sua avventura a Firenze da giocatore e da dirigente. Queste le sue parole: “Per me fu facile, mi innamorai di Firenze già dopo i primi allenamenti a Coverciano con le giovanili della Nazionale. Quando chiamò la Fiorentina giocavo in serie D e dissi subito sì, il resto lo fecero i tifosi: mi misero sull’altare. Fin dalle prime partite. Sentivo di avere un debito con loro e sono riuscito a saldarlo, tanto che anche oggi l’affetto di Firenze mi ripaga degli scudetti che non ho vinto”.

E sul ruolo da dirigente e l'addio: “Hanno fatto altre scelte, da parte mia c’ero e spero di esserci in futuro. Ero Club Manager e mi offrirono un posto nelle giovanili. Volevo restare ancora con la prima squadra e dissi no. Non nego che i rapporti col direttore Joe Barone fossero molto tesi, ma ovviamente sono rimasto sconvolto dalla sua scomparsa. Faceva le cose a modo suo e io non le ho accettate, per questo due anni fa me ne sono andato. Sono sempre stato coerente con me stesso ed è una scelta che rifarei. Non nego che mi piacerebbe lo stesso lavorare nel nuovo Viola Park, pensi che ancora non ci sono stato. Spesso però i miei suggerimenti non venivano considerati dagli altri dirigenti e questo mi amareggiava. Tipo Thuram. Marcus, che ora è un valore aggiunto dell’Inter, l’avevo seguito quando giocava in Germania, a Monchengladbach".

E ancora: "Aveva un prezzo nei parametri della Fiorentina e un talento evidente: in società però mi dissero che era “troppo giovane”. Il resto lo sapete. C’est la vie, potrei dire. Negli Anni 90, ai tempi di Cecchi Gori, ci serviva un difensore e avevamo già fatto firmare Lilian, il padre di Marcus, ma sul più bello il Monaco stoppò tutto. Diciamo che coi Thuram non sono stato fortunato... Le racconto tutto questo per farle capire quanto avrei voluto sentirmi importante. Sia chiaro, anche io ho i miei difetti e alla soglia dei 70 anni ho imparato a mettermi nei panni degli altri. La Fiorentina però è la mia vita. E starle lontano mi fa star male”


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