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Il partito dei difensori dello stadio Artemio Franchi continua ad ingrandirsi. Gli ultimi ad entrarci sono gli archistar: Santiago Calatrava, Rafael Moneo e Norman Foster, quest’ultimo autore del progetto della stazione sotterranea Tav mai realizzata. Accanto a loro, ci sono decine di figure di rilievo del mondo della cultura, della progettazione e della storia dell’arte.

Così, la Pier Luigi Nervi Project Association, presieduta dal nipote del progettista del Franchi, ha spedito una lettera al sindaco Nardella e al ministro dei beni culturali Franceschini. Ma non solo: questa volta è stata inviata anche al premier Conte e al presidente della Repubblica Mattarella. “Come architetti, ingegneri, esperti della conservazione del patrimonio moderno e studiosi dell’architettura del Novecento siamo preoccupati per le informazioni che giungono sul pericolo di parziale distruzione o demolizione che corre lo stadio Artemio Franchi. Lo stadio municipale di Firenze è stato pubblicato in tutto il mondo all’epoca della sua costruzione. E' stata la prima opera di Nervi a ottenere un riconoscimento internazionale e la sua pensilina a sbalzo, le scale elicoidali e i dettagli evocativi della sua struttura hanno ispirato ingegneri e architetti in tutto il mondo".

Una lettera che partirà ufficialmente soltanto nei prossimi giorni, come si legge su la Repubblica: per questo potrebbero arrivare altre adesioni. Con nomi così grossi in prima linea nella difesa del Franchi, il caso è destinato a fare il giro del mondo. Il solo rischio di una parziale demolizione, come vuole il presidente Commisso, colpisce e mobilita. Cosa dirà il ministero, ufficialmente interpellato dalla Fiorentina? Pare che l’indicazione di Pessina sia quella di tornare all’architettura originale del Franchi, eliminando la pensilina costruita per Italia90, senza demolizioni massicce delle curve e senza trasloco delle scale elicoidali e della Torre di Maratona.

"Le proposte per alterare o ampliare il capolavoro di Nervi dovrebbero rispettare il valore paradigmatico della sua importanza storica. Numerosi progetti di stadi negli ultimi anni hanno rivitalizzato impianti storici, elaborando strutture moderne pur preservando l’opera originale e migliorando l’esperienza degli spettatori combinando il nuovo con il preesistente. Vi esortiamo a considerare la lunga storia e tradizione dello Stadio Franchi, e a ascoltare la comunità professionale e scientifica internazionale", questa la richiesta finale da parte dei firmatari. La sensazione è che sul Franchi ne vedremo delle belle.


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