Un business plan ritenuto non irrealistico e la nuova proprietà di Elliott: sono questi i fattori che hanno portato il Tas a ribaltare la sentenza dell’Uefa contro il Milan, che aveva escluso i rossoneri dalle coppe per una stagione per le violazioni sul Fair Play Finanziario. È quanto emerge dalla lettura delle motivazioni del Tas, rese note oggi. Il 19 luglio è andato in scena l’audizione davanti al Tas del club.

Secondo quanto scrive Calcio e Finanza, il Tas ha analizzato punto per punto, i vari elementi che hanno portato alla decisione. Per quanto riguarda il business plan, il Milan aveva previsto la partecipazione all'Europa League nel 2017/18 e 2018/19 e alla Champions League nel 2019/20 e 2020/21, raggiungendo in quest'ultimo caso i quarti di finali. Ipotesi ritenute non realistiche dall'Uefa: il Tas tuttavia sottolinea come siano presenti anche scenari alternativi, come la mancata partecipazione alla Champions o con ricavi dalla Cina ridotti fino al 75%, casi in cui tuttavia il Milan prevedeva di poter rispettare l'obbligo del break-even per il periodo. Il semplice fatto, inoltre, di aver presentato tre diversi business plan non è sinonimo di scarsa credibilità, secondo il Tas, senza avere quantomeno prima analizzato i documenti.

Per quanto riguarda la proprietà e il rifinanziamento, il rappresentante della Camera Investigativa dell'Uefa ha ammesso che la situazione del club alla data dell'audizione davanti al Tas era decisamente diversa rispetto a quando arrivò la sentenza. Basandosi sulla situazione al 19 luglio, con Elliott al vertice, "forse avremmo preso una decisione diversa", spiega. L'Uefa, inoltre, non ha deciso di rispondere all'accusa di avere male interpretato il rischio di continuità aziendale contenuto nella revisione redatta dai revisori di Ernst Young.

Il Tas quindi ha ritenuto che la Camera Aggiudicatoria dell'Uefa non ha valutato correttamente i fatti rilevanti o che i fatti siano cambiati al momento dell'udienza (il 19 luglio 2018). Motivi che sono alla base della sentenza dell'Uefa che, per questo, non è stata ritenuta proporzionata ed è stata parzialmente annullata. Il Tas, non potendo inoltre decidere sulla nuova sanzione, ha deciso infine di rimandare il caso all’Adjudicatory Chamber dell’UEFA per l’irrogazione di una sanzionedisciplinare proporzionata.


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