La guerra per il Franchi potrebbe finire davanti alla Corte Costituzionale: "Comportamento indegno da parte del Parlamento"

La questione legata alla Fiorentina e allo stadio Artemio Franchi è una delle più seguite nell'ultimo periodo. Di recente, il club viola ha spedito una lettera al MiBCAT, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Il motivo? Sapere quali sono gli elementi modificabili e quelli intoccabili all'interno dell'impianto a seguito del DL Semplificazione approvato due mesi fa.
Ha parlato dell'argomento Pier Matteo Fagnoni, presidente dell'ordine degli architetti di Firenze, che si è espresso in questi termini a Business Insider: "Ci preoccupa quando si inizia con una categoria come quella degli stadi e si stabilisce che gli interessi di sicurezza, ma soprattutto di contingenza economica possono prevalere sugli interessi monumentali. Per noi la preoccupazione è che poi si possa fare lo stesso ragionamento, ad esempio, sulle stazioni ferroviarie, sulle biblioteche, sulle scuole e così via. Dov’è il limite agli interventi di demolizione se prevalgono gli interessi di tipo economico su quelli monumentali?".
All'orizzonte ci sarebbe addirittura un ricorso alla Corte Costituzionale: "Con il Consiglio nazionale degli architetti stiamo valutando di agire con un’azione di tipo legale che ci consenta di far valutare dalla Corte Costituzionale se questo emendamento entra in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione che dice che l’Italia tutela il suo patrimonio paesaggistico e monumentale. Siamo pronti a valutare tutte le strade per arrivare a soluzioni più ragionevoli. Ad agosto, il Parlamento, in un momento critico per l’Italia, ha pensato di esautorare le soprintendenze dal giudizio sui beni monumentali e sportivi. Ci è sembrato un comportamento indegno perché è stata usata una situazione critica per far passare un messaggio pericoloso, cioè che l’interesse economico deve prevalere su tutto il resto".
Per salvare il Franchi dalla distruzione è stata lanciata anche una petizione da parte di Ugo Carughi, presidente di Docomomo Italia, associazione per la documentazione, conservazione e valorizzazione degli edifici e dei complessi urbani del Novecento, e Marco Nervi nipote di Pier Luigi. Queste le sue parole: "Un’opera sottoposta a tutela e dichiarata di interesse culturale può essere aggiornata, e messa in sicurezza, ma tenendo conto delle sue peculiarità. Lo stadio di Firenze è un’opera paradigmatica, iniziatrice di un nuovo stile. Fino a quel momento gli stadi mascheravano la struttura che quindi non si vedeva dall’esterno, mentre al Franchi le strutture che sostengono le gradinate sono a vista ed è una cosa nuova per l’epoca. Da quel momento in poi una serie di stadi, a Perugia, a Napoli nel 1960 e il Flaminio esibiscono le strutture direttamente come architetture. Se si stravolgesse l’attuale struttura del Franchi si perderebbe un pezzo di storia, espressione dell’ingegno italiano. Lo stadio ha dei problemi, si dovrebbe restaurare, si può aggiornare, però stando sempre attenti a quelle che sono le caratteristiche principali per le quali è considerato un’opera importante. Da quando abbiamo lanciato la petizione stanno piovendo da tutto il mondo voci a sua difesa".