Niente Lo Celso per la Fiorentina. Il direttore sportivo Pradè è stato chiaro e diretto nella conferenza stampa di oggi, come è sua abitudine. Mai cercato, mai parlato con il Tottenham. Ne prendo atto, a malincuore. Anche perché ha pure aggiunto che la società è contenta del gruppo che ha e in previsione vi sono solo delle cessioni.

Molti tifosi (me compreso) si erano illusi che potesse arrivare un colpo ad effetto da un momento all'altro. In particolare, l'attenzione si era concentrata su Lo Celso per le sue caratteristiche tecniche: centrocampista offensivo di alto livello. Tutti a invocare la ciliegina, ma Pradè ha fatto capire che di ciliegine non ne arriveranno. Il problema è che Lo Celso (o chi per esso) non sarebbe una ciliegina, ma un ingrediente fondamentale della torta.

A questa viola sembra mancare il lievito più che la ciliegina, se vogliamo continuare il paragone dolciario. La "torta" che abbiamo assaggiato nel precampionato è apparsa poco soffice, si fa fatica a buttare giù il boccone; è "strozzona", come si usa dire, resta sullo stomaco. In fondo gli acquisti fatti (ora e a gennaio) hanno compensato gli addii: Gollini per Drągowski, Dodô per Odriozola, Madragora per Torreira, Jovic e Cabral per Vlahovic, Ikoné per Callejon. Più forti? Meno forti? Lo dirà il campo.

Un dato è certo: non è stato rimpiazzato Castrovilli, la cui data di rientro non è ancora prevedibile. Un signor centrocampista che elevi la qualità del fraseggio, renda più rapido il gioco-pensiero e, magari, porti in dote qualche gol non sarebbe una spesa, ma un investimento. Così la torta sarebbe pronta per essere sfornata anche senza ciliegina (che a me, fra l'altro, neanche piace).


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