Forse sette punti di vantaggio della Juve sulla Lazio dopo appena due giornate dalla ripartenza sarebbero stati troppi. Forse l'interesse per questo campionato, la cui ripresa è stata tanto rincorsa e voluta, sarebbe calato troppo presto. A pensare male a volte ci si azzecca, ma comunque il nostro compito non è questo. Bensì analizzare oggettivamente la partita, compresa la direzione arbitrale francamente imbarazzante del sig. Fabbri. Gestione dei cartellini impari: Bastos, Parolo e Radu da espellere e neanche richiamati mentre per mostrare il rosso a Vlahovic si è addirittura ricorsi al VAR. Lo stesso VAR che non ha lavorato bene (eufemismo) in occasione del penalty concesso alla Lazio, con Caicedo che ha cominciato a cadere quando Dragowski aveva ancora la barba corta. Ovvio che poi la superiorità tecnica della squadra di Inzaghi è venuta fuori, ma la verità è che fino al rigore non aveva dato neanche la minima impressione di poter vincere questa partita. Anzi la Fiorentina, in vantaggio con un capolavoro di Ribery, aveva anche sfiorato il raddoppio. Nulla da rimproverare a una squadra che cerca di fare con quel che ha, ad oggi poco purtroppo. La formazione di Iachini ha in Castrovilli e Ribery due talenti straordinari, ma oltre a loro c'è poco altro considerando anche che Chiesa mancava e che Vlahovic è entrato solo nella ripresa. L'Olimpico è sempre stato un campo difficile, ma forse mai come quest'anno la Fiorentina aveva capito come affrontarlo. "Non sono queste le partite da vincere", dirà qualcuno. Può darsi, certo però che se le perdi così...


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