Questo pomeriggio il comico e conduttore televisivo Gene Gnocchi, durante un collegamento con Radio Bruno, ha voluto ricordare l'amico e grande tifoso della Fiorentina Paolo Beldì. Queste le sue parole: "Ho avuto Paolo come regista per tanti anni, ci sentivamo quasi tutti i giorni. Stamattina quando mi hanno dato la notizia io non volevo neanche crederci, è una cosa che non riesco ancora ad accettare. Ci sentivamo tutti i giorni, commentavamo cosa succedeva. Parlavamo molto anche della Fiorentina, mi chiedeva come vedevo la squadra: abbiamo parlato anche di Ribery, se Casrovilli mi sembrava all'altezza. Ridevamo molto insieme perchè avevamo lo stesso senso dell'umorismo. Perdo un'amico. Era un maestro di leggerezza, tranne quando gli toccavi la Fiorentina. Certe volte lo prendevo in giro augurandogli la retrocessione della Fiorentina, diventava una belva. Toccargli la Fiorentina era come toccargli un figlio che non aveva mai avuto, oppure i genitori persi prematuramente. Per lui era la vita. Come nacque l'idea dell'inno a Quelli che il calcio? Perchè lui era fatto cosi, nella sua vita ha compost un sacco di cose. E' sempre stato un grande cultore di musica quindi non c'ho mai visto niente di strano, per me era una conseguenza deluso essere musicofilo. Lui poteva fare tutto, era un grande regista: stiamo parlando di uno che ha fatto la storia della televisione italiana. Attraverso la cura del dettaglio coglieva lo spirito che caratterizzava le trasmissioni".


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