Un periodo splendido terminato nel peggiore dei modi possibili. Stiamo parlando di quel quadriennio che ha visto Cesare Prandelli sulla panchina della Fiorentina. “Chiariamo: non lascio la Fiorentina, sono lasciato – specifica l’attuale tecnico del Genoa, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport-Stadio – Avevo ancora un anno di contratto. Mi dissero che avrebbero ridimensionato e che io, allenatore ambizioso, potevo andare dove volessi. Due giorni dopo leggo un’intervista di Diego Della Valle che mi dà del traditore perché volevo andare alla Juve. Era vero che la Juve mi voleva, ma io amavo la Fiorentina, volevo portare un titolo in bacheca. Chiamai Bettega e gli dissi che non se ne faceva più niente. Traditore? Quello tradito ero io. Forse ero diventato troppo popolare, davo fastidio. Loro avevano necessità di tesserare Mihajlovic in tempi brevi, sono andato in società e ho rinunciato al mio anno di contratto per rispetto della città”.

A me pare che di vivo e vegeto ci sia principalmente l’acredine nei confronti di Prandelli. Nella migliore tradizione di questa gestione, la gente amata dalla piazza, prima di tutto va screditato a livello personale, poi allontanata.
Vedi Ardito, come ho vanamente cercato di spiegarti, quando uno chiama un altra persona per dirgli “nn sene fa più di nulla”, per forza di cose precedentemente c’era stato un contatto, ma quello che continui a far finta di nn capire sono i tempi nei quali tutto ciò è avvenuto. Ma secondo te, uno che è sotto contratto, va a cercare qualcun altro, se in qualche maniera nn ha avuto un “invito” dalla società che lo tiene sotto contratto ?
Se poi il “traditore” era Prandelli, se quello che voleva andarsene era lui, se la proprietà voleva tenerlo; come mai quando ha pubblicamente detto di essere pronto a firmare per 5 anni (!!!) nn ha ricevuto nemmeno risposta?
Chi ricorda gli ultimi sei mesi di quella Fiorentina, ancora si rammarica per un’occasione persa. Quella squadra poteva dare ancora molto, ma si è voluto delegittimare incomprensibilmente un mister.
L’unica spiegazione plausibile è l’invidia per un uomo troppo popolare in città.