Dalle parole dell’agente di Lucas Torreira, Pablo Bentancur, nel day after dalla conquista della qualificazione in Conference League, non è passata ancora tanta acqua sotto ai ponti. C’è stata la replica del presidente della Fiorentina, che però col suo “Questa non è l’occasione per parlare di mercato” ha spento tutti gli animi. Anche il timido accenno alla situazione contrattuale dell’uruguagio e, per l’ennesima volta, alle “commissioni che richiedono i procuratori”, non hanno dato ulteriori novità sul caso. Le prossime parole di Pradè saranno rivelatrici?

Nel frattempo, una cosa è certa: il popolo viola si è schierato. E non poteva fare altrimenti. #riscattateTorreira sta tempestando i social e non solo da quando la notizia del suo non riscatto è apparsa. Un segno dell’importanza di Lucas Torreira per la Fiorentina di Vincenzo Italiano  talmente evidente che pure gli estimatori di Amrabat avranno seguito l’hashtag lanciato nei giorni scorsi. Perché se la squadra ha raggiunto l’Europa dopo 6 lunghi anni un’enorme fetta del merito va proprio al giocatore di proprietà Arsenal. La sua dinamo perpetua, il recupero palla esasperato, i suoi inserimenti, i suoi palleggi e fraseggi. E ancora i suoi gol (miglior marcatore della rosa a fine stagione) e soprattutto la sua leadership. Il “piccoletto” di Fray Bentos non si è preso in mano questa squadra, semplicemente ne è diventato l’implicito capitano. Non solo tecnica e tattica, Torreira è stato un punto fermo dello spogliatoio quando ha capito che Firenze poteva essere la sua dimensione ideale. Non la sua comfort zone, bensì quel posto nel mondo che lo faceva sentire a casa.

Così la società ha deciso di privarsene. D’altronde, nemmeno 5 mesi fa era già stato venduto il miglior giocatore. Senza però -parole di Commisso- peggiorare nei rendimenti. Come Piatek e Cabral hanno fatto gli stessi gol di Vlahovic, che mai ci vorrà a ripescare uno con gli stessi attributi di Torreira? Ecco, anche la sfiducia nel ritrovare una pedina cruciale del genere, sta alla base delle migliaia di firme alla petizione per far capire alla dirigenza viola che sta sbagliando. E non di poco. Perché oltre alle straordinarie qualità sotto al profilo tecnico-tattico, c’è sempre quella sua personalità -focosa, repentina, straripante- che difficilmente si ricompra a meno di 15 milioni sul mercato. Anche se il problema non fosse il prezzo del cartellino, stesso discorso andrebbe fatto per l’ingaggio. Seriamente la Fiorentina non trova giusti 2,7 milioni a stagione al miglior giocatore -è bene ribadirlo - ma 500mila euro in meno a Callejon sì?

La dirigenza dirà che la corda è stata tirata troppo dal procuratore (che intanto ha reso noto come le sue commissioni si aggirerebbero tra il 5 e il 10 % del prezzo del cartellino), che, come il Ristic di turno, ha prodotto inganni e portato alle strette la società. Si proverà a convincere i tifosi che come Torreira se ne trovano a bizzeffe e che lo stesso Amrabat nell’ultimo periodo non ha fatto sentire la sua mancanza. Si chiacchiererà, si alluderà e si lascerà perdere. Si lascerà scappare uno dei più tosti centrocampisti arrivati negli ultimi 10 anni a Firenze che ha fatto innamorare un’intera piazza. Uno straniero che in Italia si era già sentito una volta come a casa e che vorrebbe fortemente continuare a starci per fare la cosa che più lo appassiona. Quello stesso amore che fa partire tormentoni e hashtag sui social, cuore pulsante della società d’oggi, per inseguire una speranza che porta il nome di un giocatore che banalmente corre dietro a un pallone.


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