Sarà il Tar Toscana a decidere sul ricorso presentato da Italia Nostra contro la variante urbanistica del Comune di Bagno a Ripoli che consente la costruzione del nuovo centro sportivo della Fiorentina.

Il Comune ha infatti deciso, come gli consente la legge, di trasferire l’opposizione al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato da Italia Nostra, davanti al giudice giurisdizionale, cioè il Tribunale amministrativo della Toscana. Il vantaggio è di tempo. Il ricosro al Presidente della Repubblica in realtà viene esaminato dal Consiglio di Stato le cui sentenze prevedono attese assai più lunghe rispetto al Tar. L’altra faccia della medaglia è che la sentenza del Tar potrebbe successivamente essere appellata al Consiglio di Stato.

Il ricorso di Italia Nostra è stato notificato al Comune di Bagno a Ripoli il 4 marzo scorso. Prevede l’istanza di sospensiva cautelare e l’annullamento della variante alla disciplina urbanistica per la realizzazione del centro sportivo viola; in particolare le delibere approvate dal Consiglio comunale n. 101 del 26/10/2020, n. 99 del 28/10/2019, n. 8 del 31/01/2020 e gli atti relativi.

La predisposizione dell’atto di opposizione al ricorso di Italia Nostra, in sostanza la difesa del Viola Park, e la tutela degli interessi del Comune sono state affidate all’avvocato Fausto Falorni, dello studio legale Falorni – De Meo con studio in via dei Pucci a Firenze, in considerazione della specifica professionalità, dell’esperienza e della specializzazione maturata nella materia oggetto del contendere. L’avvocato ha presentato un preventivo di circa 14mila euro.

L’avvocato Falorni, 63 anni, nato a Castelfiorentino, “nel corso dei decenni di attività professionale – come si legge sul sito dello studio – ha svolto la rappresentanza e difesa giudiziale in centinaia e centinaia di cause dinanzi ai Tribunali Amministrativi Regionali, al Consiglio di Stato, alla Corte dei Conti (Sezione Regionale e Sezioni Centrali), ai Tribunali, alle Corti d’Appello, alle Commissioni Tributarie, alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale, ai Tribunali delle Acque Pubbliche”.


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