“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” lo diceva Agatha Christie e questa frase potrebbe rappresentare al meglio l’attuale situazione Stadio.

Perché se l’opzione A resta sempre quella della Mercafir, almeno secondo Palazzo Vecchio, l’idea di portare lo Stadio a Campi Bisenzio è sempre più concreta.

Primo indizio. C’è un accordo di massima sui terreni di Viale Allende tra la Famiglia Casini e Fiorentina. Una cifra decisamente inferiore agli oltre venti milioni per l’area Mercafir. Il Comune di Campi Bisenzio, inoltre, è già pronto per quanto riguarda le procedure nel caso il “Piano Campi” dovesse partire subito.



Secondo indizio. La cara perizia uscita nel tardo pomeriggio di Venerdi fa pendere più per un risparmio netto su Campi rispetto ad un investimento costoso come quello dell’area Mercafir. I tempi di realizzazione sarebbero decisamente diversi. Da una parte c’è da spostare l’intero mercato e poi iniziare a costruire, dall’altra invece si può iniziare fin da subito. E’ vero, l’amministrazione di Campi dovrà lavorare per creare una rete stradale più efficace per accogliere un numero importante di persone, sistemare il trasporto ferroviario e gestire quello autostradale con la creazione di un casello ad hoc, ma questi sono degli investimenti che non incidono (troppo) sulla costruzione dello stadio.

Terzo indizio. La conferenza stampa delle smentite tra Dario Nardella e il Sovrintendente Pessina ha mostrato due differenti voleri. Quello del Sindaco di Firenze di propendere a tutti i costi verso la Mercafir, addirittura finendo per essere smentito da Pessina con quel “I beni pubblici non sono alienabili” riferendosi al Franchi. Il sovrintendente, invece, ha dimostrato di voler tenere tutte le strade aperte.

 

Tre indizi fanno una prova? Il tempo lo dirà. Intanto però il “Piano Campi” sale nelle quotazioni perché “fast, fast fast”.

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