Torniamo per un attimo a Napoli-Fiorentina ed esattamente a quello che è successo al 72' di quel match. E' il momento in cui Arthur Cabral ha deciso di lanciarsi in campo aperto, di farsi trenta metri in accelerazione e di saltare netto Lobotka ed infine anticipare l'intervento di Kalidou, calciando con un destro a girare sul secondo palo.

Applausi, anzi ovazione per questa rete splendida davvero siglata dall'attaccante brasiliano.

E' vero, una semplice rondine non fa primavera, ma chiunque sia dotato di un briciolo di intelligenza calcistica, può capire che questo è un gol che non si fa per caso. Non è una botta di culo (usiamo i termini giusti anche se sono un po' scurrili), come può essere un tiro da trenta metri che si insacca all'incrocio dei pali. Dietro a questa esecuzione ci sono tecnica, fisico e una sana dose di incoscienza che non guasta mai, specialmente in una punta.

Aspettiamo conferme dunque, ma se questo è il vero Cabral, allora siamo a Cabrallo. Pardon, a cavallo.


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