Diciamocela tutta: se la Fiorentina avesse perso una partita con un gol annullato per un fallo da VAR (che c'è, ma che si vede solo con la moviola) e a causa di un giocatore espulso a seguito di un'ammonizione (la prima delle due che si è preso) che non doveva essere comminata dall'arbitro, a quest'ora ci saremmo lamentati e non poco. Insomma, fossimo stati nei panni degli amici empolesi, ci sarebbero girate le scatole.

Ma dopo Fiorentina-Empoli, il tecnico azzurro Andreazzoli ha toccato vette auliche difficilmente immaginabili. Ci è parso di avere davanti un grande Buffon d'annata, quando abbiamo sentito parlare di "insensibilità dell'arbitro" dimostrata sul terreno di gioco. E' mancato solo il riferimento al "bidone dell'immondizia al posto del cuore" per completare l'opera e per riportarci alla mente per intero il pensiero del portiere, espresso dopo l'eliminazione della sua Juventus contro il Real Madrid. E tutto, pensate un po', non per il gol annullato, non per l'ammonizione ingiusta, bensì per il fischio finale arrivato cinque secondi prima della fine effettiva del recupero. Cinque secondi prima, sia beninteso, sull'orologio dell'allenatore, non su quello del direttore di gara, che è poi quello che conta.

Un fallo laterale che poteva cambiare le sorti del match? Non scherziamo. Quello che voleva dire l'allenatore empolese, utilizzando un giro larghissimo di parole, lo si può anche capire, ma davvero certe volte questo calcio è capace di offrirci polemiche pretestuose che, in quanto tali, non servono proprio a nulla. Andreazzoli è una persona seria, uno che non si è mai lasciato andare a dichiarazioni fuori dal seminato. Perché ha voluto cominciare proprio questa volta e proprio da Firenze?


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