C'è chi punta su aspetti sentimentali ("ho sempre visto giocare la Fiorentina qui"), chi su alcuni elementi architettonici di pregio (che indubbiamente ci sono), c'è invece chi è pronto a farsi 'crocifiggere' tout court per la causa "il Franchi non si tocca". Per carità, la gran parte di questi personaggi sembra in perfetta buonafede quando arriva a tirare fuori questi concetti e queste parole, ma nessuno di questi sembra voler fare i conti con la realtà e la realtà è una sola: il 'monumento' cade a pezzi e dimostra tutti i suoi (quasi) cent'anni di vita.

Attenti a viaggiare col paraocchi, attenti a voler proporre soluzioni bizzarre irrealizzabili, attenti a tirare gli altri per la giacchetta e a fare i conti con i soldi altrui (a Firenze ci sarebbe un modo di dire ben più specifico, ma non vogliamo cadere nella volgarità), perché a forza di voler andare per una strada sola potreste vedere il Franchi sgretolarsi pezzo per pezzo.

Sovrintendenti vari, politici, ministri, intellettuali, archistar, fondazioni, a che gioco si sta giocando? Viene da pórci sempre di più questa domanda davanti ad immagini che ormai sono impietose.

A tal proposito e con un briciolo di orgoglio accogliamo il fatto che in molti stanno seguendo una strada che avevamo già tracciato e in tempi non sospetti. Il 1 febbraio 2019 pubblicammo un articolo sullo stato pietoso in cui versava la Curva Fiesole. Stessi problemi (infiltrazioni, crepe, calcinacci) poi riscontrati anche in altri settori dello stadio. Ora siamo alla resa dei conti e chi ha a cuore questo stadio, ma per davvero, non può non capire che così non è possibile andare avanti e che c'è la necessità di togliersi, definitivamente, il paraocchi.


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